REGGIO CALABRIA. “Il senatore Stefano Caridi si dimostra riferimento funzionale della ‘ndrangheta anche in questa inchiesta”. E’ il commento all’unisono del Capo della Procura distrettuale di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho e dell’aggiunto Gaetano Paci, illustrando i particolari dell’inchiesta Alchemia nella quale sono indagati anche lo stesso Caridi, il deputato di Gal Giuseppe Galati, ex sottosegretario di Stato, ed il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco D’Agostino. L’inchiesta ruota attorno agli affari criminali delle cosche Raso-Albanese-Gullace di Cittanova e Parrello-Gagliostro di Palmi, infiltratesi nel corso dell’ultimo ventennio nel ponente ligure e nel basso Piemonte per fare incetta di appalti e forniture per conti di privati e pubbliche amministrazioni, spesso compiacenti. “Con assoluta discrezione – ha detto de Raho – pensando di sfuggire ai controlli, il gruppo criminale si era inserito nei lavori per la realizzazione del terzo lotto del Passo dei Giovi, e quando non riusciva a vincere gli appalti legalmente, passava alle intimidazioni ed alla corruzione”. Capo riconosciuto in Liguria di questa diramazione sarebbe stato Carmelo Gullace, di 64 anni, di Cittanova, che si serviva di Girolamo ‘Jimmy’ Giovinazzo, vero trait d’union con la politica, in particolare con Caridi. “E’ un altro goal alla ‘ndrangheta da parte della squadra dello Stato” ha detto il questore Raffaele Grassi, mentre il capo dello Sco Renato Cortese, già dirigente della squadra mobile di Reggio Calabria, ha parlato di “un’operazione che conferma la pervasività della ndrangheta in Calabria e altrove. La nostra consapevolezza – ha aggiunto – è cambiata rispetto alla percezione del pericolo rappresentato dalla ‘ndrangheta in varie province d’Italia. E c’è una presa d’atto diffusa ad ogni livello del salto di qualità di questa organizzazione criminale. Noi vorremmo che la stessa consapevolezza fosse patrimonio della società civile della politica e dell’imprenditoria”. “Il senatore Caridi – ha detto Paci – era consapevole e complice del gruppo criminale e si è adoperato in più occasioni per aggiustare e risolvere problemi ai Gullace-Raso. Con le sue amicizie aveva interessato impiegati e funzionari dell’Agenzia delle entrate e della Commissione Tributaria di Reggio Calabria per salvaguardare gli interessi di Carmelo Gullace, il quale, nel corso della campagna elettorale del 2010 per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria, aveva radunato tutti i dipendenti della sua azienda a Cittanova minacciandoli, in presenza del Caridi, di licenziarli tutti se non avessero dato il loro voto, e quello dei loro famigliari allo stesso Caridi”. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il capo del secondo Reparto della Dia, Maurizio Calvino, responsabile nazionale delle investigazioni giudiziarie della Dia; i capi centro della Dia di Genova Sandro Sandulli e Reggio Calabria Gaetano Scillia ed il capo della Squadra mobile di Reggio Calabria Francesco Rattà.