“A Scalea non paga le tasse il 50 per cento delle persone e queste persone devono essere individuate. Ci sono zone che non sono addirittura accatastate, censite. Ci troviamo difronte ad una situazione paradossale, abbiamo avuto per anni società che non ci hanno lasciato neanche un’anagrafica dei cittadini di Scalea”. Esordisce così il sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, audito in Commissione Antimafia: “La situazione è un pò triste – ha aggiunto – il debito nel 2015 è di circa 15 milioni di euro. Erano molto di più, si è arrivati a questa cifra grazie al lavoro della commissione. Su 9 vigili urbani, 6 hanno la 104 per motivi familiari”. “Durante il periodo in cui ho svolto l’incarico di commissario a Scalea ho ereditato una situazione abbastanza sia per la gestione amministrativa dell’ente sia soprattutto per la situazione economico finanziaria”. Lo ha affermato il viceprefetto Salvatore Caccamo, già coordinatore della Commissione straordinaria per la gestione del comune di Scalea alla Commissione Antimafia che prosegue l’attività di approfondimento sulle amministrazioni locali sciolte per mafia e rinnovate alla passata tornata elettorale. “Quando mi sono insediato non era stato approvato il bilancio di previsione del 2014 – ha precisato Caccamo – e la situazione del comune presentava forti criticità, correlata ad una mancata fiscalità locale: il comune di Scalea poca aveva curato l’aspetto relativo alle entrate tributarie del comune, la situazione finanziaria presentava un deficit di 24 milioni che durante la gestione commissariale si è ridotta a 15 milioni di euro”. “Sono state prese misure di salvaguardia e di recupero dell’evasione fiscale; è stata creata una task force con le poche risorse umane dell’ufficio di ragioneria del comune di Scalea per affrontare la situazione nebulosa che si riscontrava all’interno dei vari settori. Col contributo della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate – ha proseguito il viceprefetto – si è riusciti a ricostruire l’anagrafe tributaria del comune, che era assolutamente inesistente: non esisteva una banca dati dei contribuenti. Così abbiamo avuto una situazione più chiara delle utenze domestiche e commerciali: mai erano state versate imposte al comune di Scalea, né tasse sui rifiuti, né le imposte sulla pubblicità né sull’acqua; la situazione era assolutamente caotica né alcuno dei dirigenti aveva mai sottoposto la questione agli organi competenti”.