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‘Ndrangheta, beni per 2 mln sequestrati dalla Gdf nel Crotonese

‘Ndrangheta, beni per 2 mln sequestrati dalla Gdf nel Crotonese

CROTONE. Beni per due milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Crotone in esecuzione di due distinti decreti di sequestro preventivo d’urgenza emessi dal Tribunale della città su richiesta della Dda di Catanzaro. I provvedimenti sono stati adottati in base a indagini patrimoniali svolte, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo regionbale, dal Nucleo Polizia Tributaria e dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Crotone. In particolare, gli accertamenti effettuati dal Nucleo Polizia Tributaria riguardano la posizione di Martino Cariati, di 34 anni, ritenuto appartenente alla cosca “Farao-Marincola”, meglio conosciuta come “locale di Cirò”, con precedenti per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti ed in materia associativa, già sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per effetto di un provvedimento disposto dal Tribunale di Crotone nel marzo 2008. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle avrebbero fatto emergere frequentazioni di Cariati con pregiudicati del luogo, a loro volta indiziati di appartenere allo clan mafioso. Le indagini patrimoniali, estese ai familiari conviventi nell’ultimo quinquennio, avrebbero anche evidenziato una consistenza patrimoniale non compatibile con i redditi dichiarati dall’uomo, insufficienti a soddisfare perfino le più elementari esigenze di mantenimento del nucleo familiare. Il Tribunale di Crotone, recependo la proposta del Procuratore Distrettuale, ha ordinato il sequestro di 3 aziende (un’attività di commercio all’ingrosso di alimentari e due esercizi di commercio al dettaglio di biancheria), nonchè un appartamento in Cirò Marina, 5 fabbricati sitia Umbriatico, 2 terreni oltre ai rapporti bancari intestati a Cariati ed ai familiari. Il valore dei beni sequestrati, per l’amministrazione dei quali è stato nominato un professionista, ammonta a 1.400.000 euro. La seconda operazione, condotta dai militari della Compagnia, ha riguardato la cosca dei Comberiati di Petilia Policastro, e in particolare il presunto boss Vincenzo Comberiati, di 57 anni. L’uomo, ritenuto al vertice del “locale” di ‘ndrangheta di Petilia, è detenuto per espiazione pena ed è in attesa di giudizio per altri procedimenti penali pendenti per reati di omicidio, associazione mafiosa ed altro. Nei suoi confronti, inoltre, il Tribunale di Crotone il 24 marzo 2010 ha disposto la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, con decreto divenuto irrevocabile a dicembre 2011. Anche in questo caso, la proposta di misura di prevenzione patrimoniale è stata fondata, oltre che sulla pericolosità sociale del destinatario, anche sulla disponibilità diretta o indiretta di beni di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, tanto da far ritenere agli inquirenti che siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego. I beni immobili e gli automezzi sequestrati erano formalmente intestati al coniuge ed al figlio di Comberiati. Il patrimonio di cui è stato ordinato il sequestro, il cui valore è stimato in circa 600.000 euro , è costituito da 21 terreni agricoli situati a Petilia Policastro; 2 terreni situati a Mesoraca; 3 fabbricati realizzati a Petilia Policastro; 3 autovetture; rapporti bancari e postali.

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