CATANZARO. “L’atteggiamento del Nuovo Centro Destra in Calabria è grave e ingiustificato, penalizza la maggioranza di governo, aggrava la situazione politica e la governabilità negli enti locali”. “Scegliendo di sostenere alle amministrative dei Comuni più importanti della Calabria i candidati a sindaco contrapposti ai candidati ufficiali del Pd – proseguono i parlamentari – si lede la coerenza e la lealtà che un partito di governo dovrebbe avere verso la maggioranza. Parliamo di un esecutivo di cui fanno parte due sottosegretari calabresi, Gentile e Bianchi, ora tra i principali fautori della linea di rottura in Calabria. Con quale giustificazione si può sedere a Roma su una poltrona di governo e poi in Calabria salire su un palco delle forze contrapposte al Pd? Davvero incomprensibile. Un atteggiamento che necessariamente dovrà aprire una seria riflessione in Calabria come a Roma”. Lo affermano i deputati calabresi del Pd Nicodemo Oliverio, Demetrio Battaglia e Enza Bruno Bossio. Anche i segretari delle cinque Federazioni provinciali del Pd della Calabria (Luigi Guglielmelli, Cosenza; Arturo Pantisano, Crotone; Sebi Romeo, Reggio Calabria; Michele Mirabello, Vibo Valentia, e Enzo Bruno, Catanzaro) chiedono, con un documento, che i sottosegretari calabresi del Nuovo centrodestra, Antonio Gentile e Dorina Bianchi, lascino il Governo. La richiesta è motivata dalla decisione del partito di Alfano “di assumere una posizione alternativa rispetto a quella espressa dal Pd nelle imminenti elezioni comunali a Crotone e Cosenza”. “L’ambiguità dimostrata in queste ore da Ncd – sostengono nel documento i segretari di Federazione del Pd – è espressione tangibile di un vecchio modo di fare politica che non fa bene alla Calabria. Un linguaggio incomprensibile nella sua doppiezza che si esprime in pratiche di condizionamento, finalizzate a contrattare posizioni di potere senza tenere conto dell’esistenza di un progetto di governo unico e condiviso, tanto a Roma quanto in Calabria. La politica dei due forni praticata dal senatore Gentile e dai suoi, a pochi giorni dalla firma del ‘Patto dello sviluppo’ che sarà siglato dal premier Matteo Renzi e dal presidente della Regione Mario Oliverio, si configura come uno schiaffo ai calabresi che guardano con fiducia all’attuazione di quel progetto di rinnovamento.”