CATANZARO. I dati diffusi dallo Svimez, l’associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno, sulle condizioni del Sud, allarmano gli industriali calabresi. Di “numeri allarmanti per la Calabria” parla Francesco Berna, presidente regionale dell’Ance, l’associazione dei costruttori. “La nostra regione – dice – si conferma purtroppo il territorio che più di tutti risente degli effetti della congiuntura economica negativa, all’interno del più ampio quadro nazionale”. Berna sottolinea che l’analisi certifica il ruolo di fanalino di coda della Calabria quale regione più povera d’Italia, con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle regioni più ricche come Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia. “A preoccupare – prosegue Berna – è lo stato di salute del settore industriale che negli ultimi cinque anni, fa registrare un forte calo degli investimenti. In tal senso il meno 53% e la drastica diminuzione degli addetti rappresentano due indicatori inequivocabili circa la gravità della situazione. Ancora più scoraggianti sono le notizie dal fronte occupazione, laddove si specifica che la percentuale dei senza lavoro sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%. Lo scenario – prosegue Berna – sta assumendo contorni drammatici per i cittadini calabresi e per un tessuto produttivo che in queste condizioni non può più andare avanti. Le imprese del comparto edile, in particolare, stanno vivendo sulla loro pelle tutto il peso degli effetti di una stagnazione nel circuito degli investimenti che rischia di portare alla completa paralisi del settore costruzioni. In questo quadro – evidenzia il presidente di Ance Calabria – è necessario delineare subito una strategia operativa che guardi alla nuova programmazione 2014-2020 dei fondi comunitari. La stagione precedente non ha prodotto gli effetti sperati e, adesso, non possiamo permetterci di perdere un altro, e forse l’ultimo, decisivo treno. Il futuro della Calabria dipende in larghissima parte dalla capacità di tradurre la programmazione in spesa effettiva, ed è ciò che ci attendiamo da chi andrà a guidare la Regione tra un mese, chiunque egli sia e a qualunque schieramento appartenga. La vera sfida è quella a una burocrazia che deve finalmente diventare efficiente, senza essere la palla al piede della politica e al tempo stesso la principale condanna per il mondo dell’impresa. Le risorse esistono e sono anche ingenti, basti pensare, innanzitutto, alla fondamentale partita dei finanziamenti destinati alla riqualificazione urbana”. Il numero uno di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, oggi a Roma per la presentazione del rapporto Svimez insieme al Presidente di Ance Cosenza, Giovan Battista Perciaccante, ed al Direttore Rosario Branda, aggiunge: “Siamo angosciati e fortemente preoccupati per i dati drammatici che sono emersi dalle analisi sociali ed economiche sul Sud, e sulla Calabria in particolare, presentate dallo Svimez. Come imprenditori – dice – non possiamo abbandonarci alla rassegnazione, ma la gravità della situazione impone realismo ed un impegno responsabile, coeso e consapevole da parte di tutti, altrimenti in pochi anni saremo cancellati perfino dalle cartine geografiche”. Secondo Mazzuca, “quello che emerge è uno stato di disagio esasperante che merita attenzione anche per riparare ai ritardi e disattenzioni spesso colpevoli e quasi mai disinteressati nei confronti del Sud e della Calabria in particolare. Sono d’accordo con gli analisti dello Svimez sulle ricette a cui lavorare: fiscalità di compensazione, rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud”. Per Giovan Battista Perciaccante “ritornare ad investire in opere pubbliche ed infrastrutture è quello che emerge in maniera chiara ed a vantaggio di tutti. C’è tantissimo da fare sul fronte dell’ammodernamento delle infrastrutture, riqualificazione dei centri urbani, messa in sicurezza del territorio per prevenire fenomeni legati al dissesto idrogeologico ed al rischio sismico”.