CATANZARO. “La Calabria è al secondo posto per maggior numero di beni sequestrati (25) e al tredicesimo posto tra le regioni in cui si è concentrato il più alto numero di contestazioni della legge 68 con 23 infrazioni accertate e 29 denunce per illeciti”. É quanto emerge dal dossier di Legambiente “Ecogiustizia è fatta” presentato a Roma dopo otto mesi dall’entrata in vigore della legge 68 del 2015 che ha introdotto nel nostro Codice penale il Titolo VI-bis dedicato ai delitti ambientali. “In totale, a livello nazionale, sono 947 – riporta un comunicato – i reati penali e le violazioni amministrative accertate, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi, il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte, il disastro ambientale”. “Siamo convinti che con la legge sugli ecoreati e i nuovi provvedimenti in via di approvazione – è detto ancora nel comunicato – possa aprirsi una nuova stagione di legalità per la riconversione ecologica del Paese. Un plauso per la loro opera meritoria va al Corpo forestale dello Stato, al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri – Noe, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di porto. Diverse sono state le operazioni di contrasto alle illegalità in Calabria, alcune delle quale vengono evidenziate nel dossier, come quella del 27 novembre che ha visto il Corpo forestale dello Stato porre sotto sequestro l’area dell’ex stabilimento della Legnochimica (da tempo in liquidazione) in contrada Lecco a Rende, estesa per circa 90 mila metri quadrati. Va ricordata anche l’importante azione della Capitaneria di Porto di Crotone che nell’ottobre scorso ha sequestrato tre depuratori sui 5 esistenti a Caccuri, per gestione illegale o le operazioni dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico in provincia di Catanzaro per gestione illegale dei rifiuti”.