LAMEZIA TERME. “Serve l’unità per vincere la battaglia. La manifestazione di sabato 19 marzo, in difesa dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, segna una tappa importante di condivisione non soltanto fra gli abitanti della città che ho l’onore di guidare, ma anche di tutti gli abitanti dei comuni del comprensorio lametino che vivono insieme a noi l’emergenza sanitaria”. È quanto afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro. “La centralità della nostra città e, dunque, del suo nosocomio – prosegue Mascaro – rappresenta per tutti i comuni ad essa periferici, un punto di riferimento non soltanto per la sua posizione geografica ma anche, e soprattutto, per le eccellenze sanitarie che finora hanno contraddistinto i reparti ospedalieri lametini. A tal proposito, ho ritenuto di primaria importanza invitare alla manifestazione di sabato, tutti i sindaci, colleghi e amici, dei Comuni ricadenti nell’ambito del nostro distretto sanitario. Insieme a loro, indossando quella fascia tricolore che ci ricorda l’unità nazionale e che, dunque, accende i riflettori sulla necessaria uguaglianza in termini di diritti e doveri di tutte le regioni italiane, sfilerò per le strade della nostra città, con lo sguardo diretto verso Roma, prossima tappa qualora nulla dovesse cambiare. Ringrazio tutti i sindaci che sposeranno con grinta l’iniziativa e chiedo loro un aiuto per la battaglia più importante: la salute”. “La protesta che ho chiesto a tutti di portare avanti, lo ricordo – sostiene ancora Mascaro – nasce dalla penalizzazione dell’ospedale di Lamezia Terme, secondo la logica di una riorganizzazione sanitaria, che si sofferma su un rigido criterio di numeri, senza prestare attenzione alcuna alle esigenze dei cittadini. Non possiamo restare inerti di fronte alla reale e imminente possibilità della chiusura dell’Ospedale Giovanni Paolo II. E prendendo spunto proprio dal nome del nostro presidio che riporto una celebre frase di San Giovanni Paolo II: ‘Non abbiate Paura’. E, dunque, senza paura e uniti, affrontiamo la battaglia del presente, per donare futuro al nostro ospedale e, quindi, ai nostri figli”.