REGGIO CALABRIA. Ignoti hanno incendiato e distrutto a Reggio Calabria un magazzino adibito a deposito di materiale dell’imprenditore Tiberio Bentivoglio, in passato testimone di giustizia, vittima di un tentato omicidio e di una lunga serie di intimidazioni e danneggiamenti in seguito alle sue denunce contro il racket delle estorsioni. Il fatto si è verificato intorno a mezzanotte nel quartiere Tremulini della città calabrese dello Stretto. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Le fiamme hanno interamente distrutto la merce del negozio di sanitaria di Bentivoglio. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile. “A Tiberio Bentivoglio la mia solidarietà e la vicinanza di tutta la Commissione parlamentare Antimafia. La sua è una storia limpida e coraggiosa di civile resistenza alla ‘ndrangheta in un territorio ad alta intensità di potere mafioso”. Lo afferma in una nota la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi. ”Questo nuovo gravissimo atto d’intimidazione è un segnale inquietante, che richiede una risposta ferma e tempestiva delle istituzioni, Bentivoglio non può essere lasciato solo”. “L’incendio doloso che ha distrutto questa notte i magazzini dell’imprenditore Tiberio Bentivoglio, uomo che con coraggio ha denunciato i suoi estorsori, amareggia e sconcerta. Amareggia perché colpisce un testimone di giustizia sotto tutela e sconcerta perché si inserisce in un quadro più ampio che negli ultimi mesi vede la provincia reggina sotto asfissiante assedio”. Lo afferma Sebi Romeo, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale. “Da dove ripartire per fermare questa escalation di violenza – dice Romeo – è un dato da elaborare sinergicamente, dal già pregevole lavoro delle forze dell’ordine da rafforzare ad un ciclo di nuove politiche pubbliche di investimento da programmare e mettere in pratica, la mentalità criminale ed il malaffare vanno combattuti sul piano culturale e sociale, oltre che repressivo. A Tiberio Bentivoglio va la mia vicinanza umana ed istituzionale. Provo ad immaginare la sensazione di amarezza che tali gesti possono provocare, ma la determinazione che lo ha sempre contraddistinto sono certo che non gli permetterà di lasciare spazio alla paura ed alla delusione. Non vi sono gesti intimidatori più o meno importanti di altri, ma colpire un testimone di giustizia che non si è piegato al racket ha un significato ancora più profondo. Tiberio e quelli come lui – conclude – non vanno lasciati soli, la sua attività deve ripartire, anche grazie agli strumenti messi in campo da Libera e da altre associazioni, che dobbiamo continuare a sostenere ed affiancare”. Confindustria Reggio Calabria, con un comunicato, esprime” vicinanza e solidarietà” all’imprenditore Tiberio Bentivoglio, “colpito – si legge – dall’ennesima, vigliacca, intimidazione. Quanto sta accadendo in città e nel resto della provincia ha assunto dimensioni non più tollerabili. Occorre andare oltre le semplici parole e intervenire, con urgenza, per arginare una deriva che rischia di affossare in modo irreversibile il tessuto economico e sociale reggino . Le ‘attenzioni’ della criminalità organizzata nei confronti dell’imprenditore Bentivoglio – proseguono gli Industriali reggini – destano particolare inquietudine e profonda amarezza, poiché colpiscono una persona che con grande coraggio da sempre conduce la propria attività imprenditoriale nel pieno rispetto della legalità e, soprattutto, respingendo e denunciando qualsiasi forma di condizionamento mafioso. Per questo oggi è indispensabile che la comunità civile faccia sentire la propria voce e che le istituzioni intervengano subito con azioni concrete a sostegno di quanti, proprio perché hanno il coraggio di denunciare, non possono essere lasciati soli. Servono atti tangibili – conclude Confindustria Reggio Calabria – in grado di contenere questa interminabile escalation criminale e, al tempo stesso, misure concrete a sostegno degli imprenditori reggini che, nella stragrande maggioranza, come Bentivoglio chiedono solo di poter svolgere liberamente la propria attività ma quotidianamente devono fare i conti con una realtà indegna di un Paese civile”. “L’incendio al magazzino della sanitaria Sant’Elia di proprietà dell’imprenditore testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio è un fatto gravissimo che deve richiamare l’attenzione delle massime istituzioni nazionali”. È quanto dichiara in una nota il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà commentando l’ennesimo attentato subito dall’imprenditore. “Tiberio è stato in questi anni un simbolo della Reggio onesta – ha aggiunto il primo Cittadino di Reggio Calabria – un portabandiera dell’economia sana della città che ha deciso di non piegarsi al giogo della ‘ndrangheta. La sua testimonianza ha attraversato l’Italia, veicolata dall’impegno dell’associazione antimafia Libera, ponendosi come esempio di ribellione al cancro mafioso. Chi ha colpito, per l’ennesima volta, Tiberio Bentivoglio, in realtà ha colpito tutti noi. A questi vigliacchi che agiscono nel buio vogliamo gridare che non ci fanno paura. Pochi giorni fa in Comune ho ricevuto la visita di Bentivoglio. La sua attività commerciale, più volte colpita dalla ‘ndrangheta, sta per trasferirsi all’interno di un bene confiscato ottenuto in locazione in una zona più centrale della città. Vogliamo aiutare concretamente Tiberio, contribuendo alla raccolta fondi per la ristrutturazione del nuovo bene confiscato. La solidarietà non basta più – ha concluso il Sindaco Falcomatà – ci vuole una vera e propria scorta civica. Tiberio non deve essere lasciato solo. Questa sera, alle 19, ci ritroveremo tutti di fronte al deposito incendiato. Tiberio Bentivoglio siamo tutti noi.”