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Ferro (FI): “La rivoluzione è rimasta sulla carta”

Ferro (FI): “La rivoluzione è rimasta sulla carta”

CATANZARO. “Normalità: una parola che Mario Oliverio ripete come un mantra. Ma mentre il governatore veste i panni nel bramino, sperando serafico nella forza delle vibrazioni della parola per infondere saggezza nelle stanze dei palazzi e cambiare la direzione delle cose calabresi, l’andazzo resta sempre lo stesso, con buona pace di quei calabresi che al cambiamento e alla rivoluzione della normalità avevano creduto davvero”. Lo afferma Wanda Ferro, vive coordinatrice regionale di Forza Italia. “Possibile – aggiunge – che davvero tutto sfugga ad un politico ed amministratore di lungo corso come Oliverio? Riunioni registrate abusivamente, burocrazia accusata di rispondere a poteri diversi da quelli legittimati dal popolo sovrano, senza contare i pasticci combinati in materia di nomine negli enti sub-regionali da parte del Consiglio. Candidati esclusi per vizi formali, in un triste valzer di allegati ai bandi, di requisiti prima non richiesti e poi sì, in quella confusione nemica della trasparenza che sembra essere creata ad arte per escludere alcuni nominativi e inserire quelli dei soliti fortunati: sarà davvero solo colpa di una burocrazia che manovra all’insaputa del giovane presidente Irto e del più esperto governatore Oliverio, mentre la politica si tiene fuori dagli appetitosi giochi delle nomine, anche per incarichi particolarmente ambiti, come nientemeno quello di membro dell’inesistente collegio sindacale del Consorzio per la tutela del Cedro di Calabria? Sarà così”. “Certo è – sottolinea l’esponente di FI – che l’esempio dato da quella politica che predica normalità non è di segno diverso: basti pensare al bando per la nomina dei giornalisti dell’Ufficio stampa della giunta regionale, direttamente riferibile al presidente Oliverio, e sul quale sembra calato il silenzio. Nessun cenno più alle assurde esclusioni dei candidati per vizi formali, alle assunzioni avvenute prima della pubblicazione dell’elenco degli idonei, all’incredibile unico criterio di selezione, e cioè l’assoluta discrezionalità del presidente nel decidere chi risponde o meno ai suoi ‘indirizzi politicì, e tanti saluti alla meritocrazia, alla legge 150 del 2000 che ben distingue la funzione dell’ufficio stampa da quella del portavoce, e alle legittime ambizioni di tanti bravi giornalisti esclusi dalla selezione perchè non rientranti nella cerchia di quelli graditi al vertice politico. Anzichè recitare il solito mantra, che senza un’autentica vibrazione della coscienza resta un semplice slogan – conclude la Ferro – Oliverio inizi a praticare con i fatti la rivoluzione della normalità, dia per primo l’esempio per essere credibile e autorevole anche all’interno del suo stesso palazzo, altrimenti il vento del cambiamento sarà considerato poco meno di un fugace spiffero nei corridoi della Cittadella”.

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