“L’unica maniera per promuovere i propri diritti è promuovere i diritti degli altri” Aldo Busi… E’ questo lo spirito che ha mosso il Circolo Gramsci del P.R.C. di Catanzaro ad aderire attivamente alla manifestazione in piazza prefettura del 23 gennaio alle ore 10.00 in difesa dei diritti civili e dell’uguaglianza. Già anni fa il Circolo Gramsci si era schierato a favore del riconoscimento della legge contro l’omofobia, poi bocciata dal Governo e aveva patrocinato la nascita del “Comitato DiversiUguali” proprio a Catanzaro, per “dare una voce” a tutte le realtà inascoltate della comunità omosessuale, molto spesso vittima di violenze e soprusi. In questi pochi anni, molte sono state le denunce di aggressioni e bullismo di stampo omofobico, che sono state raccolte dal Comitato, ma che il più delle volte, non siamo riusciti a far “emergere” dagli ambiti della confidenza e del racconto privato. Le storie, le vite, i drammi e gli abusi della comunità LGBT (Lesbisca, Gay, Bisessuale, Transgender) di Catanzaro, sembravano destinate a rimanere sotto una cappa di vetro. Ma è proprio grazie alle polemiche nazionali in merito al tanto discusso ddl Cirinnà sul riconoscimento delle unioni civili (che il 28 gennaio verrà discusso in parlamento) che in tutta Italia si è deciso di scendere in piazza e far sentire la voce di chi è stato costretto a rimanere in silenzio per troppo a lungo. Il silenzio di chi viene accusato dalla nostra società machista e cattolica di essere “diverso” si può tradurre (come le statistiche ci dicono) in casi di suicidio, specie nei giovani e nei giovanissimi….silenzio che poi è diventato vera e propria “rimozione” di un’intera frangia della popolazione italiana (la comunità LGBT appunto) la quale, pur essendo parte integrante e costituzionalmente appartenente allo stato italiano, di fatti, non gode dei benefici degli altri cittadini. Gli italiani LGBT per lo Stato non esistono: non possono sposarsi (le loro unioni non sono riconosciute), non possono adottare dei bambini, non possono ottenere la pensione di reversibilità dopo la morte del compagno/a, non possono decidere sulla cura di un’eventuale malattia del compagno/a ….tutto questo negli anni si è tradotto da una parte con un crescente senso di “auto ghettizzazione” di questi individui e dall’altra parte in una costante e indegna propaganda “anti riconoscimento dei diritti civili” da parte di una classe politica di destra inneggiante alla purezza e all’esclusivo riconoscimento della “famiglia tradizionale”. Sono nati anche dei “testimonial da piazza” come le “sentinelle in piedi” (spesso scortate da gruppi di estrema destra) i quali, attraverso “flash mob” di gruppi di lettura silenziosi nelle piazze italiane, avrebbero dovuto sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della famiglia tradizionale.(…). Tale propaganda, non poteva che essere sposata in toto, dal mondo Vaticano e dai vari cardinali e vescovi che non si sono risparmiati, negli anni, in commenti ed opinioni in merito all’immoralità e alla inopportunità di tali richieste da parte della comunità LGBT continuando a manifestare un’ingerenza nelle dinamiche socio politiche italiane, davvero inaccettabile. L’Italia è uno stato laico sorretto da una costituzione che sancisce i diritti di tutti. E’ anacronistico dover parlare ancora, nel 2016, di diritti omosessuali. I diritti non hanno sesso…E’ avvilente leggere di persone che credono esista un’ideologia “gender” il cui spauracchio viene utilizzato per informare in maniera scorretta l’opinione pubblica in merito alla tanto paventata possibilità che ci sia l’educazione sessuale nelle scuole. Figli gay, parenti gay, possono nascere anche nelle famiglie iper cattoliche e di destra che tanto sgomitano per partecipare ai “family day” da viaggio pagato con cestino per il pranzo nella Capitale. Come possiamo noi italiani, che specie in merito ai fatti di Parigi abbiamo condannato lo stato islamico per i suoi “estremismi” pericolosi, accettare che nella cattolicissima Italia, ancora si perseguano tali, discriminanti campagne di odio? Chissà, anche i figli gay dei più “tradizionali” attivisti di destra cattolica, un giorno, magari avranno voglia di essere riconosciuti dallo Stato italiano che non può più e non deve “girare la testa dall’altra lato” per paura di ricevere scomunica. Questa scomunica sancirebbe davvero l’appartenenza dell’Italia ai paesi civili che nel mondo, hanno riconosciuto e non concesso, pari diritti e pari dignità. Svegliati Catanzaro allora e ricordati che è il momento di Essere Civile, scendiamo in piazza accompagnando con fierezza ed orgoglio chi ci ricorda che non esistono le diversità. Siamo tutti Diversi nell’uguaglianza propria degli Esseri Umani. Lottiamo perché gay? Perché Bisessuali? Perché Etero confusi? Niente di tutto questo. Lottiamo e lotteremo sempre perché siamo Esseri Umani.