ROSARNO. “Il Sud Italia ha una crescita economica più bassa della Grecia, un cittadino su tre a rischio povertà, un tasso di disoccupazione dei giovani al 56%. E l’agricoltura è il simbolo dell’abbandono di questa terra da parte dello Stato. Per documentare questo tracollo sociale siamo andati in visita nelle aree di produzione degli agrumi della Piana di Gioia Tauro, ed in particolare nei comuni di Rosarno e San Ferdinando”. Lo affermano, in una nota, gli esponenti del M5S Laura Ferrara (Europarlamento), Paolo Parentela e Massimiliano Bernini (Camera). “Abbiamo voluto verificare – proseguono – le condizioni di vita e di lavoro delle persone, delle problematiche dei produttori locali, di reperire informazioni sul caporalato. Nella Piana di Gioia Tauro abbiamo notato attività non chiare che riguardano i braccianti agricoli, i piccoli e grandi produttori, la criminalità organizzata, la grande distribuzione e le multinazionali. Una filiera malata che scarica ai livelli inferiori costi e disagi. E’ emerso che i piccoli produttori soccombono nei rapporti di forza con le organizzazioni di produttori, costituite da aziende agricole della Piana. Nella zona industriale di San Ferdinando vi è una tendopoli-baraccopoli (le tende recano la dicitura ‘Ministero dell’Interno’) e stabilimenti industriali abbandonati ed occupati da centinaia di lavoratori immigrati di origine africana, costretti a vivere in condizioni orribili ai margini della società civile, in veri e propri ghetti e situazioni abitative che costituiscono un’offesa alla dignità umana”. “Queste e altre segnalazioni – concludono Ferrara, Parentela e Bernini – sono l’oggetto di una lettera che abbiamo inviato ai Ministri di Interno, Politiche Agricole e Lavoro. Il Movimento 5 Stelle chiede subito una etichettatura etica delle arance e di tutti gli altri prodotti ortofrutticoli italiani e una riforma efficace della distribuzione dei prodotti agricoli che oggi arrivano al consumatore dopo ben 14 passaggi di intermediari”.