CATANZARO. Beni per 500.000 euro sono stati confiscati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Catanzaro a Tommaso Aprile, 50 anni, nato a Potenza ma residente nel capoluogo calabrese, indicato come appartenente al clan mafioso dei “gaglianesi”. I beni in questione erano stati sequestrati nel maggio 2014. Tommaso Arile è sorvegliato speciale. Fra i beni sottoposti a confisca, immobili, veicoli e rapporti bancari. Nel provvedimento della seconda sezione penale del tribunale di Catanzaro, risultano inseriti, in particolare, una Jaguar, un motociclo Aprilia, un’autovettura Mazda 2.0 benzina; alcuni mobili utilizzati per arredare un’abitazione a Simeri Crichi; quota parte del 40 per cento di un immobile di 500 metri quadri situato a Catanzaro Lido con destinazione commerciale e intestato ad una terza persona; un fabbricato abusivo nel quartiere Sant’Elia di Catanzaro dove Aprile viveva; un fabbricato in corso di costruzione nel comune di Albi; un locale deposito nel territorio di Taverna in corso di costruzione; un terreno coltivato ad uliveto nel comune di Catanzaro; conti correnti e depositi bancari e postali. I beni confiscati sarebbero tutti riconducibili ad Aprile e alla moglie, anche se intestati a terze persone. Nell’inchiesta penale in cui Aprile è stato coinvolto, evidenzia il Tribunale di Catanzaro nel provvedimento, era definito quale “uomo di fiducia e autista di Pietro Procopio, del clan dei Gaglianesi”, ed il suo ruolo “non appare essere sminuito – aggiunge il provvedimento – nonostante sia intervenuta sentenza di non luogo a procedere poiché la sentenza ha conclamato e riconosciuto l’esistenza di rapporti tra Aprile e soggetti del sodalizio e, quindi, la sua contiguità con il cotesto mafioso dei Gaglianesi”.