VIBO VALENTIA. Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha condannato a 9 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed all’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, l’imprenditore del calcestruzzo Giuseppe Prestanicola, 62 anni, di Soriano Calabro, nel Vibonese, coinvolto nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Autostrada”. Prestanicola, per il quale il pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo, aveva chiesto 14 anni di carcere, è stato condannato per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione. Il clan Mancuso, secondo gli inquirenti, si sarebbe inserito nei lavori di ammodernamento dell’A3 nel tratto fra Vibo Valentia e Mileto, servendosi dell’imprenditore vibonese Antonino Chindamo (già condannato con il rito abbreviato unitamente all’imprenditore lametino Salvatore Mazzei) e poi di Giuseppe Prestanicola. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri del Ros di Catanzaro era scattata con gli arresti il 26 febbraio 2009, portando alla luce la richiesta di una tangente da un miliardo di lire che il clan Mancuso di Limbadi avrebbe avanzato alle imprese appaltatrici dei lavori sull’A3 (appalto complessivo dei lavori ammontante a 120 miliardi di lire). Al fine di ottenere la tangente, il clan Mancuso avrebbe imposto l’affidamento dei subappalti a ditte ritenute dagli investigatori vicine al clan come quella di Prestanicola.