CATANZARO. “Non è più possibile reggere i costi attuali per produrre il latte senza una adeguata remunerazione del prodotto. Per tale motivo decine di stalle anche in Calabria rischiano la chiusura. La situazione di incertezza riguarda un comparto della zootecnia calabrese che vede coinvolte trecento imprese di produzione e circa un migliaio di addetti operanti nella filiera”. E’ questa la denuncia riportata in un comunicato stampa della Coldiretti calabrese che annuncia la mobilitazione dei produttori della regione. “Il prezzo del latte – spiega la nota – determinato fondamentalmente dalla multinazionale Lactalis che ha acquisito i marchi italiani più famosi (Parmalat, Locatelli, Invernizzi e Galbani), in Lombardia e in alcune regioni del nord si riverbera anche nella nostra regione con conseguenze letali sulla tenuta delle aziende. Lactalis pretenderebbe di fissare a 32-34 centesimi il prezzo del latte da corrispondere ai produttori italiani senza tener conto degli effettivi costi di produzione. Anche il Ministro Martina ha riconosciuto che, il prezzo del latte alla stalla, non può che essere allineato ai costi che i produttori affrontano per produrlo oggi calcolati in circa 40 centesimi”. La mobilitazione prevede, a partire da mercoledì 11 novembre alle ore 9:30, la costituzione di un presidio in prossimità dell’importante centro commerciale Carrefour a Zumpano-Cosenza, dove confluiranno centinaia di produttori da tutta la regione e dove saranno portate anche le mucche da alcuni allevamenti. “E’ inconcepibile – sostiene il Presidente della Coldiretti calabrese Pietro Molinaro – impacchettare il latte straniero con marchi del Made in Italy, e contemporaneamente prendere per il collo i produttori italiani costringendoli a chiudere le loro stalle. ecco perchè chiederemo ai consumatori, con presidi davanti ai supermercati delle nostre città, di acquistare il latte e i formaggi vero Made in Italy e vero Made in Calabria. Inviteremo – dice – i cittadini a compiere un gesto concreto con il quale aiutare gli allevatori calabresi a restare in attività e a continuare a garantire la qualità dei prodotti che trovano sugli scaffali”.