CATANZARO. “L’annuncio che la Giunta regionale ha approvato il piano di liquidazione dell’Arssa sembra una buona notizia. ‘Una soluzione tecnica, si legge nella nota della Regione, con i principi di economicità e che prevede l’affidamento all’Arsac come gestione stralciò: ed ecco che la notizia ci spaventa”. È quanto afferma, in un comunicato, la Coldiretti Calabria. “Le lancette del tempo – prosegue – ritornano indietro di otto anni e mezzo da quel fatidico 11 maggio 2007 quando il Consiglio regionale all’art. 5 della legge regionale n.9/2007 dispose la soppressione e conseguente messa in liquidazione dell’Arssa e, successivamente, con la legge regionale 66 del 20 dicembre 2012, cambiando solo il nome, con l’Arsac. In questi anni le inefficienze e i privilegi, non sono stati mai intaccati, anzi, e/o eliminati. Il succedersi di commissari e varie governance non hanno prodotto gli atti che dovevano compiere e attingendo a piene mani dalle risorse riservate all’agricoltura, hanno forse nascosto le magagne sotto il tappeto”. “In questi anni, come già abbiamo avuto modo di segnalare – riporta ancora la nota della Coldiretti – sono stati spesi inutilmente oltre 362 milioni di euro, (124mila euro circa al giorno) oltre i corrispettivi delle dismissioni, sottratti di fatto alla crescita dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Fino ad oggi il fallimento della governance aziendale è stato propiziato da un sistema compromesso da battaglie politiche e lobbistiche che hanno portato a soluzioni poco credibili e inefficienti, oltre che macchinose e dannose, che hanno fatto solo il bene delle sontuose strutture di vertice, che evidentemente nessuno ha controllato”. “Seguiremo con molta attenzione la delibera della Giunta regionale – afferma Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – ma una cosa è certa: sarebbe un notevole passo avanti se la Giunta regionale, si confrontasse per condividerne gli obiettivi. Come Coldiretti, senza presunzione, sappiamo bene cosa bisognerebbe fare per assicurare servizi reali all’agricoltura e contestualmente, salvaguardando l’occupazione, operare una drastica diminuzione dei costi di una spesa rivelatasi ad oggi improduttiva e insostenibile. Occorre una “chirurgia di guerra” e non possiamo rilasciare una delega in bianco. Coldiretti tifa per il successo dell’operazione altrimenti saremmo costretti a continuare a pagare un costo eccessivo in termini economici ma anche reputazionale. E sarebbe grave che dopo oltre tremila giorni si continuasse solo ad enunciare le riforme che per Coldiretti significano finalità chiare, obiettivi precisi, revisione della spesa e misurazione della crescita”.