CATANZARO. “Leggiamo con soddisfazione le dichiarazioni aperte e coraggiose del Presidente Oliverio sulla questione immigrazione e l’ospitalità in Calabria”. Lo afferma in una nota il deputato dell’Api Franco Bruno. “Quel ‘siamo disponibili a prenderli noi, in Calabria’ riferito a migliaia di migranti – prosegue – rappresenta un comportamento culturale di solidarietà concreta rispetto alle tragedie a cui assistiamo ogni giorno alle porte dell’Europa ma indica anche un’opportunità straordinaria di integrazione e di crescita per la Calabria. La questione demografica, in Calabria più che altrove, è problema politico per eccellenza: le proiezioni sul futuro lasciano intendere che saremo sempre di meno e dai 2.011.000 abitanti del 2010 passeremo nel 2050 a 1.588.000. Se continua a diminuire in modo così preoccupante il numero complessivo di abitanti, nonostante l’aumento dell’età media, diventerà praticamente impossibile affrontare ogni sfida futura e tutto verrà fortemente condizionato da un rapporto intergenerazionale sempre più squilibrato. Basti pensare che gli over 85 che erano l’1,2% nel 1990, diventeranno l’8% tra trent’anni. Affrontare la questione demografica può essere scopo di legislatura portando con se tutta una serie di politiche e di interventi caratterizzanti. Soprattutto perché, come fa notare lo stesso Oliverio, ci troviamo di fronte una regione in grado di accogliere sia per la sua storia caratterizzata dalla multiculturalità sia per la disponibilità di luoghi, di piccoli borghi destinati a spopolarsi, di case in disuso, di scuole a rischio chiusura. Non mancano esperienze positive in tal senso, per esempio Acquaformosa o Riace. Oliverio fa bene a contrapporsi a Maroni e alle tentazioni egoistiche che spesso affiorano nel leghismo del Nord. I calabresi sono altro. Certo, integrare non è facile e i cittadini devono essere rassicurati. Per questo riteniamo che, a monte, vada sviluppato un progetto organizzato e sistematico con il sostegno dell’Unione Europea del governo nazionale e il pieno coinvolgimento degli Enti locali. Con l’apporto di nuove energie e di ‘nuovi calabresi’, in sostanza, la nostra regione potrebbe crescere come non fa ormai da troppo tempo e potrebbe accogliere, così, le risorse umane necessarie per sostenere il welfare di domani, creando opportunità di lavoro e di reddito per tutti”. “Nel profondo Sud italiano – conclude Bruno – può nascere un modello di integrazione organizzato che porterebbe la Calabria a diventare punto di riferimento nazionale e internazionale, prospettando soluzioni e opportunità di crescita rispetto a ciò che oggi appare soltanto come un problema o un argomento per populisti”.