Le università italiane superano collettivamente la media europea, eccellendo in particolare nella ricerca. E’ quanto emerge dalla classifica mondiale delle università Qs Europa 2025. Il punteggio medio delle pubblicazioni scientifiche per membro della Facoltà, una misura della produttività della ricerca, è pari a 56,9, quasi il doppio della media europea. Tuttavia, l’impatto di questa ricerca è leggermente inferiore alla media europea. Ciò che distingue l’Italia è la diversità delle sue collaborazioni internazionali di ricerca. Ciò si riflette nei punteggi elevati dell’indicatore Rete internazionale di ricerca, ben al di sopra della media europea. Inoltre, il punteggio medio della Reputazione accademica, leggermente superiore alla media regionale, si correla positivamente con la posizione del Paese nel campo della ricerca. Le università italiane eccellono anche nei programmi di scambio di studenti, sia in entrata che in uscita, anche in questo caso con risultati ben superiori alla media europea. Tuttavia, il punteggio dell’Italia per il rapporto docenti/studenti è meno della metà della media europea, evidenziando un problema persistente ancora da affrontare. Il numero limitato di corsi tenuti in inglese e gli investimenti relativamente bassi nell’internazionalizzazione contribuiscono a far sì che l’Italia ottenga un punteggio pari solo a un terzo della media europea per quanto riguarda il corpo docente internazionale. La percentuale di studenti internazionali è marginalmente superiore, ma rappresenta comunque circa un terzo della media europea. Le università italiane sono al di sotto della media europea anche negli indicatori che valutano l’occupabilità dei laureati. Ciò indica -sottolineano i relatori del report- la necessità di rafforzare i collegamenti tra campus e industria e di migliorare la preparazione al lavoro dei laureati, particolarmente importante nell’era dell’intelligenza artificiale. Mentre alcune università italiane ottengono risultati molto elevati in questi indicatori, il sistema nazionale nel suo complesso non eccelle uniformemente in queste tematiche chiave. Ha scalato 28 posizioni, passando dal 375/mo al 347/mo posto, l’Università della Calabria nella classifica europea di qualità degli atenei stilata per la seconda edizione della Qs World University Ranking Europe. L’edizione 2025 piazza il Politecnico di Milano, primo in Italia e al 38esimo posto nella classifica generale che comprende 684 università di 43 paesi. Quattro sono le università italiane classificatesi tra le prime 100 e 14 tra le prime 200. L’Italia vanta in tutto 51 atenei classificati, di cui 24 in miglioramento (tra cui l’ateneo di Arcavacata di Rende), 2 stabili e 25 in calo. Le prestazioni che sono state prese in considerazione riguardano la reputazione accademica e quella presso i datori di lavoro, il rapporto docenti-studenti, le citazioni per pubblicazioni, le pubblicazioni per membro di facoltà, la rete di ricerca internazionale, le facoltà internazionali, gli studenti internazionali, gli studenti di scambio in entrata e quelli in uscita, la sostenibilità e i risultati occupazionali.