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Oltre 100 docenti precari della scuola secondaria a rischio disoccupazione permanente. Richiesta all’Unical la rimodulazione dei percorsi abilitanti

Oltre 100 docenti precari della scuola secondaria a rischio disoccupazione permanente. Richiesta all’Unical la rimodulazione dei percorsi abilitanti

Oltre 100 docenti precari della scuola secondaria a rischio disoccupazione permanente.

Sono la maggioranza dei professionisti, già abilitati all’insegnamento e specializzati sul sostegno, iscritti all’Università della Calabria per il percorso abilitante da 30cfu previsto dal Dpcm dell’agosto 2023.

A destare preoccupazione è la pubblicazione dell’Ordinanza Ministeriale che disciplina l’aggiornamento delle graduatorie e che concede solo a chi termina il percorso entro il 10 giugno di accedere con un punteggio elevatissimo schizzando ai vertici della graduatoria stessa.

Molte Università, per fronteggiare questo vero e proprio colpo basso da parte del Ministero, hanno rimodulato gli orari di lezione venendo incontro alle esigenze della categoria.

I docenti iscritti all’Unical, invece, attendono da giorni una risposta in merito al loro futuro lavorativo: «È ingiusto. Proviamo un forte senso di impotenza e frustrazione – affermano – perché abbiamo intrapreso il percorso abilitante come altri colleghi di altre Università Italiane, con i sacrifici economici e personali che ne conseguono ma, non potendo inserire questo punteggio al loro pari, rischiamo di veder scendere rovinosamente la nostra posizione in graduatoria».

Il tempo stringe, il 10 giugno è alle porte e molti vedranno sfumare il proprio futuro lavorativo per una manciata di giorni. Se nulla dovesse cambiare, molti terminerebbero il percorso con uno scarto di pochissimi giorni rispetto alla chiusura delle graduatorie, aggiungendo al danno la beffa.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito avrebbe dovuto aprire le procedure per l’aggiornamento delle graduatorie già ad aprile, in questo modo nessuno avrebbe potuto “usufruire” di questo punteggio aggiuntivo così elevato ma tutti i docenti avrebbero concorso alla pari. Allo stesso tempo, se la procedura si chiudesse a fine giugno, in coincidenza con la fine di tutti percorsi di abilitazione, non ci sarebbero disparità così vincolanti.

«È un prezzo troppo alto da pagare», concludono i docenti precari coinvolti, mentre espongono lo slogan “Difendiamo il diritto al lavoro” durante le lezioni in forma di protesta.

 

 

 

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