Alla data del primo di gennaio 2023 in Calabria mancavano 24 pediatri di libera scelta, carenza che si prevede in aumento entro il 2026 quando si stima che 64 specialisti raggiungeranno i 70 anni, età del pensionamento. E’ l’allarme che emerge dai risultati di un’analisi della Fondazione Gimbe incentrata sulle criticità che regolano l’inserimento dei cosiddetti pediatri di famiglia nel Servizio sanitario nazionale e sulla carenza di queste figure nelle diverse regioni italiane. In dettaglio, l’analisi si focalizza sulle fasce d’età e sul massimale degli assistiti, sugli ambiti territoriali carenti, sui pensionamenti, sui nuovi pediatri di libera scelta, sul trend di specialisti in attività tra il 2019 e il 2022, sul numero degli assistiti e sulla stima della carenza al primo gennaio 2023. “Il numero medio di assistiti per pediatra di libera scelta in Calabria – documenta l’analisi della Fondazione – è pari a 889, poco sotto la media nazionale (898 assistiti) ma al di sopra del massimale senza deroghe (ovvero 880 assistiti). Il 77,7% degli assistiti in carico ai pediatri di libera scelta ha più di 5 anni a fronte della media nazionale pari all’81,8%. La carenza di pediatri non riguarda solo la Calabria, Secondo la rilevazione della Fondazione Gimbe in Italia ne mancano almeno 827, di questi due su tre si trovano in Lombardia, Piemonte e Veneto. Inoltre in alcune regioni come Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano, ogni pediatra assiste oltre 1.000 bambini ed entro il 2026 sono previsti oltre 1.700 pensionamenti, ma non c’è nessuna certezza sul ricambio generazionale. “L’allarme sulla carenza di Pediatri di libera scelta (Pls) – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe- oggi è sollevato da genitori di tutte le Regioni, da Nord a Sud. Le loro testimonianze evidenziano problemi burocratici, mancanza di risposte da parte delle Asl, pediatri con un numero eccessivo di assistiti e impossibilità di iscrivere i propri figli al pediatra di famiglia, mettendo potenzialmente a rischio la salute, soprattutto dei più piccoli e dei più vulnerabili”.