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Oliverio: “E’ l’assistenzialismo il grande nemico del Mezzogiorno”

Oliverio: “E’ l’assistenzialismo il grande nemico del Mezzogiorno”

CATANZARO. “La riva Sud del Mediterraneo sarà la nuova frontiera mondiale dello sviluppo, soprattutto dopo il recente raddoppio del Canale di Suez. In questo quadro bisogna assumere nelle strategie nazionali il Mezzogiorno come punto di partenza non per riproporre, ammesso che ce ne fossero le condizioni economiche e i margini, vecchie e fallimentari ricette assistenziali”. Lo ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio, intervenendo ad Amantea ad un dibattito sul tema “Divari e sviluppo: prospettive di crescita per il Mezzogiorno” svoltosi nell’ambito della Festa dell’Unità. All’incontro, nel corso del quale ha rivolto il suo saluto il sindaco della città Monica Sabatino, hanno preso parte Enzo Giacco, Mario Valente, Luigi Guglielmelli, Federica Roccisano ed i parlamentari Stefania Covello ed Enza Bruno Bossio. “Il più grande nemico del Mezzogiorno – ha sostenuto Oliverio – è proprio l’assistenzialismo, che ne ha ripiegato e mortificato le potenzialità. Non abbiamo bisogno di elemosine, ma di un grande progetto innovativo da mettere in campo. Bene ha fatto, quindi, Matteo Renzi, a dedicare una riunione straordinaria della direzione nazionale del Pd al problema del Mezzogiorno, a cui ne seguiranno altre nel mese di settembre, per dar corpo ad un vero e proprio cronoprogramma di interventi da effettuare nel Mezzogiorno. Ora spetta a noi cancellare i sospetti, gli antichi pregiudizi, le immagini stereotipate dentro cui si è nutrito per un lungo tempo il ‘pesce leghistà ed avere le carte in regola per poterci confrontare, senza alcun imbarazzo, al tavolo del confronto nazionale. Questa è la sfida che abbiamo davanti e su questo obiettivo abbiamo impostato il lavoro del governo regionale. Il Paese riparte se ripartiranno, insieme, il nord e il sud. Non sarà così fino a quando da Reggio Calabria a Roma si impiegherà ancora il doppio del tempo che si impiega da Roma e Milano. La Tav fino a Reggio Calabria e per la Sicilia dovrà essere l’infrastruttura che dovrà consentire la ricomposizione del Paese e anche la sua proiezione verso il Mediterraneo”. “Bisognerà puntare, inoltre – ha aggiunto Oliverio – sulle reti, sulla banda ultra-larga, su Gioia Tauro, sull’istituzione della Zona Economica Speciale. Dobbiamo por mano ad un grande progetto per la sistemazione idrogeologica e definire strumenti che offrano un quadro di convenienza agli investitori e agli investimenti. Dobbiamo agire sulla fiscalità, su forme di automatismo come, per esempio, il Credito d’Imposta, che sgancino sempre di più il rapporto con l’economia dalla mediazione politica. Il Mezzogiorno è pronto. Ci sono amministratori del Pd che vogliono, attraverso nuove pratiche di governo e discontinuità rispetto al passato, contribuire a fare crescere la terra e le comunità che amministrano e dare un contributo alla crescita di tutto il Paese perché questa parte dell’Italia possa trasformarsi da problema in risorsa. E’ una sfida gigantesca per la quale, però, val la pena spendersi ed impegnarsi”.

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