“Il prossimo tavolo ministeriale convocato per il 26 marzo alla presenza di Tim con tutte le sue aziende appaltatrici dovrà essere una occasione ineludibile per il governo di richiamare Tim alle sue responsabilità sociali, ma nel contempo dovranno essere applicati tutti gli strumenti normativi utili a governare il cambiamento epocale che questo settore sta attraversando per i motivi suesposti”. E’ quanto scrivono le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni nel documento consegnato oggi al prefetto di Crotone Franca Ferraro a conclusione del sit in dei lavoratori di Abramo customer care che ha visto analoghe iniziative anche a Catanzaro e Cosenza. Un documento che nelle intenzioni dei sindacati dovrà costituire una base di discussione al tavolo di confronto fissato per il 26 marzo al ministero del Lavoro alla presenza dei vertici Tim.
“Chiediamo di sostenere le rivendicazioni delle parti sociali e dei lavoratori – scrivono i sindacati – al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e gli impatti sociali nelle aziende del settore Crm/Bpo operanti per Tim; di sollecitare l’apertura di un tavolo di crisi permanente per la vertenza della ex Abramo in amministrazione straordinaria, al fine di scongiurare una tragedia sociale che impatterebbe su oltre 1000 lavoratori e le loro famiglie nelle provincie di Catanzaro Cosenza e Crotone, conseguentemente alla definitiva cessazione delle attività della commessa Tim prevista al 30 giugno 2024″.
Nel dicembre scorso infatti Tim ha comunicato alla Abramo Customer Care in amministrazione straordinaria che non avrebbe rinnovato il contratto di fornitura dei servizi consumer sui quali erano impiegate 493 persone. I sindacati hanno quindi hanno attivato tutte le interlocuzioni possibili affinché si potesse addivenire ad una proroga delle attività per avere maggiore tempo per ricercare una soluzione, considerato che il venir meno delle attività per 500 persone avrebbe messo in serio pericolo la stabilità economica e lavorativa anche delle altre 500 impiegate nelle attività business, causando pertanto la repentina perdita del lavoro e del reddito per circa 1000 persone. E’ stata quindi ottenuta una proroga al prossimo 30 giugno. Una data ormai prossima per fare dormire sonni tranquilli ai circa mille dipendenti da circa un anno sono stati messi in cassa integrazione straordinaria guadagni.