CATANZARO/ Gli scacchi non solo come gioco o come sport ma anche come strumento di reinserimento nella società e di formazione al lavoro e più in generale alla vita. A Catanzaro è già nel vivo, da almeno due mesi, il progetto “Gli scacchi in carcere”, progetto promosso dal ministero della Giustizia e da Sport e Salute Spa, la società “braccio operativo” del Coni e già introdotto nell’istituto penitenziario minorile del capoluogo calabrese. A realizzarlo il Centro per la Giustizia minorile di Catanzaro, le Comunità ministeriali e i servizi sociali minorili attraverso l’associazione “Pushwooders’ Chess Academy”, che ha vinto il bando ministeriale e da dicembre ha avviato l’attività coinvolgendo nel primo step 15 giovani detenuti. In totale saranno tre le fasi di questo progetto sicuramente innovativo, che durerà complessivamente 18 mesi.
“L’obiettivo – dichiara Maurizio Leone, referente dell’associazione ‘Pushwooders’ Chess Academy’ – è quello di promuovere gli scacchi, da intendersi anche come disciplina sportiva a tutti gli effetti, perché gli scacchi sono l’ideale per allenare il pensiero e quindi agevolare la formazione delle decisioni che uno prende nel gioco ma anche nella vita. Il tutto quindi – rimarca Leone – è anche proiettato ad aiutare questi giovani ad avere una prospettiva di lavoro qualificata che possa dare loro un’alternativa di vita dopo la detenzione”. A sua volta Valeria Cavalletti, dirigente del Centro per la Giustizia minorile di Catanzaro, rimarca come “l’istituzione che rappresento ha accolto con entusiasmo la possibilità di realizzare questo progetto, perché i minori detenuti hanno assoluto bisogno di avere un qualcosa che li aiuti a centrare il proprio pensiero visto che nella fase adolescenziale magari prevalgono più gli impulsi, e quale disciplina migliore degli scacchi per ottenere questo risultato? In questo modo – prosegue Cavalletti – possono sviluppare anche tutte queste skills che poi possono essere utili fuori dal carcere, in particolare anche nel mondo del lavoro nel quale viene sempre più richiesto un ragionamento logico”. A sposare il progetto anche il Comune di Catanzaro, che lo ha patrocinato, e l’ufficio del Garante dei detenuti di Catanzaro. Presenti in conferenza stampa l’assessore Nunzio Belcaro e il Garante dei Detenuti Luciano Giacobbe, i quali hanno rimarcato l’importanza del progetto.