CATANZARO. Peculato e abuso d’ufficio: con queste ipotesi d’accusa la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro di 361.000 euro nei confronti dell’ex presidente della Fondazione Calabria etica, Pasqualino Ruberto. Secondo l’accusa, l’ex presidente dell’ente in house della Regione Calabria avrebbe distratto fondi destinati al progetto sul credito sociale per scopi “clientelari”. La Procura ha inoltre chiesto la sospensione dai pubblici uffici per l’ex direttore generale del dipartimento Lavoro, Vincenzo Caserta, indagato per due ipotesi di abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi ci sono le assunzioni effettuate dall’ente in house in periodo elettorale. In particolare la fondazione avrebbe assunto a tempo determinato 251 persone nei giorni immediatamente precedenti le elezioni regionali del novembre scorso, continuando poi a fare altri contratti anche a dicembre e gennaio per arrivare sino a quota 700. All’esplosione dello scandalo la Giunta regionale della Calabria ha dichiarato decaduto il presidente Ruberto, in quei giorni candidato a sindaco di Lamezia, che era stato nominato nel 2010 dalla vecchia giunta regionale di centrodestra. “Calabria etica” è attualmente gestita da un commissario, il dirigente dell’Audit Carmelo Barbaro.
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