CATANZARO/ Un’intensa due giorni dedicata all’umanizzazione delle cure che ha visto il coinvolgimento di operatori sanitari, volontari e istituzioni. Offrire proposte operative per un piano aziendale di umanizzazione delle cure, sensibilizzare gli operatori e gli utenti su pratiche più umane e relazionali nell’ambito sanitario è stato l’obiettivo dichiarato.
Nei prossimi giorni RTC, La RadioTelevisione di Catanzaro e della Calabria, dedicherà un ampio Servizio RadioTelevisivo.
Il corso -del quale è presidente il direttore della SOC di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso dell’ AOU “R. Dulbecco”, Giuseppe Masciari, responsabile scientifica la dirigente Medico della Medicina d’Urgenza è Responsabile Scientifica, Concetta Custo, e il dirigente medico SOC Rianimazione della medesima AOU Mario Pezzi è componente della Segreteria Scientifica –si è svolto nei giorni 31 Gennaio e 1 Febbraio 2024.
Nel corso della due giorni la partecipazione di autorità ecclesiastiche, figure accademiche e professionisti del settore ha garantito un approccio interdisciplinare fondamentale per affrontare la complessità della tematica. Tra i relatori anche il professor Salvatore Martinez, presidente del Polo di Eccellenza Sturzo e già presidente del “Rinnovamento nello Spirito Santo”, il quale ha enfatizzato la necessità di curare non solo la malattia ma anche la persona malata, focalizzandosi sul benessere emotivo e relazionale del paziente.
Grazie alla presenza del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e del consigliere regionale Antonello Talerico, nella prima giornata sono emerse riflessioni sulla situazione politica e sanitaria della Calabria con menzione dell’autonomia differenziata. Pur sottolineando gli sforzi in corso d’opera quali nuove assunzioni e acquisti di attrezzature, si è evidenziata la sfida burocratica come ostacolo al progresso. Tra gli argomenti emersi anche quello del ruolo chiave dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “R. Dulbecco” nell’attenuare la migrazione sanitaria e si è insistito sulla necessità di buona volontà da parte di medici e manager per implementare innovazioni e superare le resistenze al cambiamento.
“L’umanizzazione delle cure – ha esordito la dottoressa Concetta Custo – è una tematica di grande rilevanza che abbraccia diversi aspetti, inclusi quelli logistici, assistenziali, formativi e di accoglienza nelle strutture sanitarie soprattutto in aree critiche come il pronto soccorso, le rianimazioni, le oncologie, le pediatrie e le psichiatrie. La necessità di umanizzare le cure è stata sottolineata dal Ministero della Salute già nel 2006, richiedendo un’organizzazione mirata in queste specifiche aree sensibili. Questo impegno congiunto, guidato dalla coscienza, dalle istituzioni e dalla Chiesa, riflette la volontà di promuovere un ambiente sanitario centrato sulla persona e orientato al benessere dei pazienti”.
“L’obiettivo principale di questo corso è cambiare la prospettiva attuale, spostandosi dal semplice trattamento delle malattie alla cura della persona malata – ha detto il dottor Masciari -. Tra le finalità migliorare la qualità delle relazioni personale sanitario – utenti favorendone una minore conflittualità”.
“L’iniziativa è nata dalla consapevolezza che l’umanizzazione è fondamentale per il risultato delle cure specialmente nei casi oncologici – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso -. Nonostante alcuni casi isolati di rapporti difficili con il personale sanitario, molti reparti si distinguono per l’umanizzazione delle cure. Il governo regionale sta compiendo molti sforzi per migliorare il sistema sanitario prevedendo nuove assunzioni e l’acquisto di mezzi e attrezzature. Bisogna però superare la burocrazia per tradurre in realtà la visione di migliori opportunità di cure nella regione”.
“Più che di umanizzazione delle cure dovremmo parlare di umanizzazione della medicina – ha detto il consigliere regionaleAntonello Talerico -. Il concetto di umanizzazione va oltre la cura dei malati coinvolgendo anche la collaborazione tra medici. Tuttavia una reale integrazione tra ospedali e policlinici esiste solo nel nome e non nelle pratiche essendo di fatto due realtà separate. La politica deve investire in un approccio nuovo e abbandonare le vecchie modalità di gestione sanitaria”.
La prima giornata di corso è stata dedicata a riflessioni di ampio respiro iniziando con una domanda fondamentale: “Chi è l’uomo perché Tu te ne curi?” La tematica è stata approfondita dall’arcivescovo di Catanzaro, Claudio Maniago. “Il punto di vista etico è fondamentale quando si tratta di prendersi cura degli altri poiché si traduce direttamente nell’umanità delle azioni. Aprirsi a questo punto di vista implica un risveglio della consapevolezza, un riconoscimento delle dinamiche più profonde dell’essere umano. È imperativo considerare ogni persona, di qualsiasi età o condizione, come destinataria di una grande dignità, che implica il diritto a cure umanamente significative – ha affermato monsignor Maniago -. Eventi come questo offrono l’opportunità di riaffermare l’importanza di una cura autentica nel contesto sanitario o in altre sfere come quella pastorale o educativa. Il cuore di questa cura è il riconoscimento della dignità universale e inalienabile di ogni individuo il quale ha il diritto di ricevere le cure migliori in ogni situazione. È cruciale riconoscere che anche chi cura ha una propria dignità e c’è uno scambio empatico tra chi cura e chi è curato che può portare a risultati positivi”. Don Antonio Martello, Assistente Spirituale regionale AMCI, nel parlare della cura della persona malata ritiene che”è necessario considerare il contesto più ampio, coinvolgendo famiglie, comunità e società. E’ importante un approccio integrato che veda il curante come custode e guardiano della verità nel processo di cura in cui il curante e il paziente si influenzano a vicenda”.