Mentre il numero degli omicidi in Italia è costantemente in diminuzione dal 2007 (632 omicidi, contro i 314 registrati nel 2022), quello dei femminicidi risulta costante dal 2013. Dal primo gennaio al 19 novembre di quest’anno, sono stati commessi in Italia 295 omicidi; 106 avevano per vittima delle donne, 87 delle quali uccise in ambito familare/ affettivo. Rispetto allo stesso periodo del 2022, sono aumentati gli omicidi in ambito familiare (+5%), mentre è diminuito il numero delle vittime femminili (-4%). I dati sono dell’Istituto Eurispes, in collaborazione con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale. In Italia sono oltre 12 milioni, pari a quasi il 51%, le donne tra i 18 e gli 84 anni che hanno riferito di essere state vittime almeno una volta, nel corso della propria vita, di un episodio di violenza fisica o psicologica ma di queste, solo il 5% ha denunciato l’accaduto, sia perchè l’atto non era perseguibile (nella metà dei casi) ma anche per perdono, vergogna, paura e sfiducia nel sistema giudiziario. Dati che “forniscono l’evidenza di un fenomeno particolarmente esteso e solo in parte ‘visibile'”. Questo quanto rilevato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr attraverso lo studio Ipsad, Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs, una ricerca che nel 2022 ha coinvolto 5mila residenti in 100 comuni. Oltre 2,5 milioni le donne (10,1%) che riferiscono situazioni di violenza psicologica e 80.000 (0,3%) quelle attualmente vittime di violenza fisica. A subire episodi di violenza sono soprattutto donne sotto i 60 anni con un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio, coniugate o conviventi, e oltre la metà ha figli. “Le donne che hanno subito nella propria vita episodi di violenza sia essa psicologica o fisica si caratterizzano per la presenza di uno stato di malessere generalizzato: dichiarano livelli più elevati di stress e/o difficoltà nel sonno, e una maggiore propensione all’isolamento”, commenta Sabrina Molinaro, ricercatrice di Cnr-Ifc responsabile dello studio.