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Si è spento a Reggio Calabria il grandissimo Otello Profazio

Si è spento a Reggio Calabria il grandissimo Otello Profazio

 

È morto nell’ospedale di Reggio Calabria Otello Profazio, tra i cantanti folk e cantastorie più noti, autore di numerosi brani di successo. Profazio, che aveva 88 anni ed era nato a Rende, in provincia di Cosenza, viveva a “Pellaro”, frazione di Reggio Calabria. Soffriva da tempo di patologie cardiache e due giorni fa era stato ricoverato nel “Grande ospedale metropolitano”. Le sue condizioni, comunque, già dal momento del ricovero, erano apparse gravi. Molto conosciuto in Italia e all’estero, Profazio aveva pubblicato, complessivamente, 25 album, uno dei quali, “Qua si campa d’aria”, aveva ottenuto un enorme successo anche di vendite. IL CORDOGLIO DI OCCHIUTO E DI MANCUSO – “Con la scomparsa di Otello Profazio perdiamo un pezzo importante di storia e di cultura della Calabria”. Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “Grande cantore popolare -aggiunge Occhiuto- Profazio è stato un simbolo genuino per tante generazioni, riuscendo sempre a interpretare il sentimento più autentico delle nostre tradizioni. Sincero cordoglio”. “Con la scomparsa di Otello Profazio viene meno un vero e proprio monumento della musica popolare italiana. Una leggenda vivente dalle enormi capacità artistiche e dalla spiccata sensibilità umana, specie nei confronti dei soggetti più fragili e indifesi a cui ha dedicato canzoni e ballate straordinarie. Ma anche uno dei più grandi cantastorie di tutti i tempi che ha raccontato l’anima della Calabria e del Mezzogiorno, enfatizzandone i pregi senza mai nascondere vizi e contraddizioni”. Lo afferma, in una nota, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. “Come hanno scritto sociologi e scrittori che hanno indagato in profondità la sua musica e i suoi testi -aggiunge Mancuso- di lui parleranno per sempre i libri di storia. Il suo ricordo, nei calabresi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne l’estro creativo e l’acuto senso dell’umorismo, non verrà mai meno. Alla famiglia e ai suoi amici più cari le condoglianze mie personali e del Consiglio regionale che rappresento”. IL RICORDO DI ANTONIOZZI – “Qua si campa d’aria” e “Governo italiano ti ringrazio” sono due perle straordinarie e uniche, purtroppo attuali. Otello Profazio era un fuoriclasse e forse se ne accorgeranno dopo come succede spesso”. Lo afferma, in una nota, Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. “Da calabrese -aggiunge- dico che è stato un antropologo e ancora oggi da noi si campa d’aria . Quel richiamo alla pressione fiscale, detto in vernacolo in ‘governo italiano ti ringrazio’, è un manifesto politico ancora attuale”. IRTO: “PERDIAMO UN PEZZO DI STORIA” – “Con la morte di Otello Profazio la Calabria perde un pezzo importante della propria storia e della propria arte, un ambasciatore della calabresità conosciuto nel mondo”. Lo afferma, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Pd. “Le melodie di Profazio -continua Irto- sono state apprezzate nella nostra regione e in tutta Italia per la loro forza musicale e perché frutto della ricerca di un intellettuale profondo che, forse, siamo riusciti a valorizzare poco, come purtroppo spesso accade con le nostre eccellenze. La sua empatia verso il prossimo è stata totale e perciò gli è stato facile diventare punto di riferimento per i calabresi nel mondo, che hanno avuto modo di accoglierlo e ascoltarlo con grande entusiasmo in America, Australia, Argentina e ovunque, all’estero, abbiano creato comunità. Profazio ha vinto un disco d’oro e venduto un milione di copie grazie alla potenza del folk ed al proprio messaggio di rivincita sociale, nel quale si è potuto riconoscere l’intero Mezzogiorno. Potrei elencare mille suoi successi, dal premio Tenco alle partecipazioni a Canzonissima”. “Custodiremo vivo -dice ancora il senatore Dem- il ricordo Otello Profazio, calabrese autentico capace di portare nel mondo la propria arte e la sua idea di Calabria e di Sud, insieme ad una spinta di riscatto, mai ipocrita e sempre realista, che dovremmo essere in grado di trasmettere alle nuove generazioni”.

 

 

 

 

 

 

 

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