‘Salviamo la sanità pubblica’, è questo lo slogan che accomuna le manifestazioni organizzate ieri in trentaquattro città italiane da medici, operatori sanitari e cittadini, per denunciare i pericoli che minano la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e “sollecitare interventi per scongiurare il collasso del sistema”. A Cosenza, i rappresentanti delle sigle sindacali promotrici hanno incontrato la stampa per denunciare il calo di investimenti, la fuga dei medici e la scarsa assistenza sul territorio. “Ci saranno sempre meno soldi -ha detto Roberto Siciliano della Uil Fp- per assumere personale e ci saranno sicuramente meno soldi per i posti letto, per potenziare gli ospedali. Attualmente quello che noi riusciamo a vedere è un depotenziamento continuo delle strutture, siamo dinanzi alla desertificazione sanitaria. Il privato fa sicuramente il suo mestiere. Quindi propone delle soluzioni facili anche ai cittadini. Ma noi siamo qui per difendere la sanità pubblica e il servizio sanitario nazionale, perché il diritto e la tutela alla salute che la costituzione prevede deve essere uguale e universale su tutto il territorio della Repubblica”. “Manca il collegamento tra ospedale e territorio -ha aggiunto Luigi Ziccarelli segretario regionale Anaao Assomed- e il Covid ha evidenziato delle criticità che sono state ignorate, evidentemente non è bastata la pandemia a far capire quanto sia necessario investire in sanità pubblica. Non ci interessano i soldi, ma la qualità dei professionisti, dei macchinari e dei servizi che si offrono ai cittadini, in questi termini chiediamo maggiori investimenti “.