VIBO VALENTIA. Il segretario nazionale Funzione pubblica Cgil Federico Bozzanca ha raggiunto, insieme al segretario Fp Cgil Calabria Alfredo Iorno, i dipendenti della Provincia di Vibo, salendo sul tetto, dove da un mese portano avanti la loro protesta, 24 ore su 24, sotto le tende dopo mesi di mobilitazione e tre scioperi generali. “Fortissima l’attenzione della Cgil nazionale su questa vertenza – ha detto Bozzanca- a Roma gli sviluppi sono in fieri, con il decreto legge Enti locali, in questo momento in discussione commissione Finanze in Senato che deve essere convertito in legge entro il 19 agosto. Abbiamo proposto di presentare una serie di emendamenti, tra cui possibile congelamento mutui, possibile deroga al patto di stabilità. Ieri anche il governo ha presentato alcuni emendamenti, tra cui uno imporrebbe alle Regioni di risarcire le Province se non rispettano i tempi nei trasferimento di personale. Ma è necessaria intanto anche un’accelerazione, una soluzione strutturale dal processo di riordino della Regione, che non sia certo l’una tantum della mensilità, o di tipo economico fiscale da parte del decreto legge enti locali”. C’è poi la terza questione, quella della legge di stabilità, e quindi ha concluso Bozzanca “su questo terzo punto ci rimangono altri tre o quattro mesi per confrontarci con quei pezzi di governo che ancora dialogano “. Il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno intanto ha aggiornato sulla vertenza con la Regione, e ha chiesto ai lavoratori di desistere, dopo un mese, dalla protesta sul tetto “e non l’ho mai fatto in tutta la mia attività sindacale, oggi ve lo chiedo perché temo e sono preoccupato fortemente per la salute dei lavoratori. Lotteremo per far capire che il riordino della provincia di Vibo passa dalle difficoltà di applicazione della legge 56 ed anche dalla originaria situazione di dissesto finanziario. Una situazione fuori dall’ordinario che merita una risposta straordinaria”. Dal tetto anche i commenti dei lavoratori – “con il passare delle settimane come è noto ci sono stati momenti di tensione, con qualcuno che ha minacciato, nella disperazione, di buttarsi dal tetto, altri che sono malati di cuore e non hanno i soldi per comprarsi le medicine. Ma proprio perché ci sentiamo una costola dello Stato, tuttavia stiamo portando avanti la protesta senza azioni eclatanti, con l’alta dignità di sentirci parte di questo Stato stesso, che pero ci sta abbandonando”. La Provincia di Vibo si trova in stato di dissesto finanziario già dal 2013, e questo rende drammatica la vicenda per i dipendenti dell’ente, che ormai da anni ricevono in media uno stipendio ogni quattro mesi, e con tali problemi si inserisce nel processo costituzionale di riordino degli enti locali e abolizione delle Province. Sono quattro le mensilità arretrate per i 380 lavoratori, nelle scorse settimane nonostante diversi casi di malori la mobilitazione continua senza sosta, le famiglie non ce la fanno più ad andare avanti. “Tutto ciò è per noi sempre più insostenibile e si rischia ogni giorno di crollare psicologicamente e di commettere gesti inconsulti. Veniamo qui tutte le mattine e non c’è più lavoro da organizzare”. Vibo, unica insieme a Biella in Italia in dissesto finanziario, lamenta soprattutto insensibilità istituzionale verso la particolare situazione dell’ente calabrese da parte del governo. Raccontare quello che succede quotidianamente non è facile – ha aggiunto il segretario della Camera del lavoro di Vibo Valentia Luigi De Nardo – in un territorio che è in uno stato di crisi totale, dove la piaga della Provincia si aggiunge alle numerose vertenze che già lo assillano, che hanno portato s tenere per mesi una tendopoli di emergenza lavorativa in piazza. A questo aggiungiamo che sentiamo di non avere dei deputati di riferimento a Roma”.