Ha provocato polemiche, soprattutto sui social, a Nocera Terinese l’ordinanza dei commissari straordinari che guidano il comune di vietare il rito dei vattienti. Ad intervenire anche l’ex sindaco Fernanda Gigliotti che invita i suoi concittadini a evitare di “speculare sulla vicenda, alimentando indecorosamente la strumentalizzazione politica, giudiziaria e giornalistica della vicenda”. Gigliotti, invita poi i vattienti, a non farsi “tirare la giacchetta da nessuno e per rispetto della loro persona e della storia del rito, cerchino di fare fronte comune, di parlarsi e di chiudersi, se necessario, in un doveroso e salutare silenzio stampa e social. Sarebbe se i vattienti più anziani si facessero promotori di una loro esclusiva e privata riflessione e decidessero in autonomia cosa faranno e quando, auspicabilmente tutti insieme e non in ordine sparso”. “Tutto questo – conclude Gigliotti – tenendo debitamente in conto dell’essenza del rito e della sua dignità storica, religiosa, antropologica e di fede, perché non si è mai visto che i vattienti abbiano dovuto chiedere il permesso o l’autorizzazione per la loro personale penitenza”. A definire “oscurantista il divieto e non il rito”, sempre su facebook, è l’avvocato Francesco Bevilacqua, impegnato da anni nel volontariato ambientalista, secondo il quale “non esiste alcun pericolo per chi si batte poiché le ferite sono superficiali. Non tutto il ‘rosso’ che si vede è sangue, perché la colorazione del liquido che scorre dalle gambe fin sulle strade è in gran parte determinata dal vino rosso che viene ripetutamente gettato sulle ferite anche come disinfettante. Nessun problema di igiene pubblica si è mai prodotto in relazione a questa pratica che, per altro, dura poche ore”.