Sono stati individuati tre presunti scafisti accusati di aver condotto dalla Turchia all’Italia, nonostante le condizioni proibitive del mare, il barcone carico di migranti poi naufragato davanti alle coste del Crotonese. La Squadra mobile della polizia di Stato, la Compagnia carabinieri di Crotone e i finanzieri della Sezione operativa navale della guardia di finanza di Crotone, sotto il coordinamento della Procura crotonese, sono riusciti a individuare i presunti trafficanti di uomini. Un cittadino turco e due pachistani sono sospettati di aver chiesto a ciascun migrante, per il viaggio di morte, circa ottomila euro. Uno degli scafisti fu aggredito sulla battigia di Steccato di Cutro subito dopo la tragedia in un tentativo di linciaggio da parte dei superstiti. La scena fu notata dai carabinieri intervenuti per prestare soccorso: i militari prelevarono l’uomo e lo portarono via. I successivi accertamenti portarono al fermo dell’uomo. Ore prima del naufragio, inoltre, alcuni dei migranti a bordo hanno avuto un litigio con gli scafisti a causa del ritardo dell’arrivo a terra. E’ quanto emerge dai racconti dei superstiti fatti alle forze dell’ordine. I migranti si lamentavano del perché l’imbarcazione non era ancora arrivata a destinazione. Poi la situazione è tornata calma e il viaggio è proseguito fino alla tragedia. “E’ una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria. E’ evidente che questo si può fare solo con un’azione decisa dell’Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell’Ue”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi in audizione alla Commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del dicastero.