Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. E’ arrivata davanti a Stefano Bonaccini: 53,8% contro il 46,2%. E’ la prima donna alla guida del partito. Ed è la più giovane: ha 38 anni. Con un breve discorso, lo sfidante ha riconosciuto la sconfitta: “La prima cosa che chiedo è mandare un applauso a Elly Schlein -ha detto Bonaccini- l’ho sentita e le ho fatto i complimenti, in bocca al lupo per la grande responsabilità che assume alla guida del partito. Ha prevalso Elly e io sono a disposizione per dare una mano”. Nessuna scissione, ha ribadito Bonaccini: “Da domani tutti dobbiamo dare una mano per il rilancio del Pd, sentiamo la responsabilità di metterci a disposizione, dobbiamo dare una mano a Elly. Io l’ho sempre detto: se avessi vinto avrei chiesto ad Elly di darmi una mano, ha prevalso Elly e senza chiedere nulla per me sono pronto a dare una mano”. Per Schlein, fra i primi a commentare è stato il senatore Dario Franceschini: “Un’onda travolgente cui nessuno credeva. Un’onda di speranze, di rabbia, di orgoglio, di entusiasmo che ha portato il popolo democratico a scegliere di farsi guidare verso il futuro da una giovane donna. Oggi inizia davvero una nuova storia”. Secondo i dati del suo comitato, Schlein è arrivata davanti in 14 regioni e in molte città, come Napoli, Milano e Bologna. I risultati la indicano prima in Liguria e in Sicilia. E in Toscana, dove fa parte della squadra di Schlein anche il nuovo segretario regionale del Pd, Emiliano Fossi. In Puglia invece è arrivato primo Bonaccini, davanti anche a Caserta. Le prime immagini delle code ai seggi, ieri mattina, hanno portato un po’ di sereno nella stanze del Pd. E nella squadra di Schlein, che ha sempre considerato un punto a favore un’alta partecipazione. I dati della giornata sono andati fin da subito oltre le aspettative: quasi 600 mila i votanti alle 13. Alla fine sono stati un milione. Non sono i 3,5 milioni del 2007 o l’1,6 milioni del 2019. Ma si tratta di un risultato comunque insperato alla vigilia, quando i due contendenti stentavano a sbilanciarsi e, messi alle strette, dicevano che già un milione di elettori sarebbe stato un successo. Le aspettative per la nuova stagione del Pd si concentrano anche sulla capacità di chi va a sedersi al Nazareno di costruire una nuova squadra, di voltare pagina con i dirigenti.
Primi distinguo tra i “centristi”, Fioroni annuncia l’uscita
La neosegretaria del Pd Elly Schlein è andata già ieri pomeriggio al Nazareno per incontrare il segretario uscente, Enrico Letta. La visita è continuata poi con un saluto ai dipendenti del Nazareno. Si è trattato del passaggio di consegne informale tra Letta e la nuova segretaria. Invece, è il 12 marzo la data che si sta prospettando per lo svolgimento dell’assemblea del Pd che proclamerà Elly Schlein segretaria. Ma già arrivano i primi distinguo da parte dei più centristi tra i Dem e chi non si riconosce nel programma della neo-segretaria. “È un Pd distinto e distante da quello che avevamo fondato che metteva insieme culture politiche diverse dalla sinistra al centro, con i cattolici democratici, i popolari e la Margherita. Oggi legittimamente diventa un partito di sinistra che nulla a che fare con la nostra storia, con i nostri valori e la nostra tradizione”, ha detto il fondatore del Pd, Beppe Fioroni, che aggiunge: “Per questo abbiamo dato vita ad un nuovo network dei cattolici e democratici ‘Piattaforma popolare-Tempi nuovi’ per farla diventare la casa di tutti quei popolari e cattolici che sono stati marginalizzati e allontanati”. Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, ha detto che “la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd ci restituisce un risultato inatteso, che deve interrogarci in modo serio: quanto deciso dagli iscritti è stato ineditamente rovesciato dal voto ai gazebo, sintomo anche di un sistema politico che vive di entusiasmi e di voglia di cambiamento. Per questo motivo l’esito del voto rappresenta una novità nel campo progressista che è destinata forse a cambiare il modo con cui concepiamo la rappresentanza”.
In calabria ha prevalso Bonaccini con il 65% dei voti
Nessun ribaltone in Calabria. Come da previsioni prevale Stefano Bonaccini raccogliendo il 65% circa dei voti nella consultazione aperta di ieri rispetto all’avversaria, la neo segretaria nazionale Elly Schlein fermatasi, nella regione, al 35%. Il presidente della Regione Emilia Romagna che aveva scelto la Calabria, e Reggio, per chiudere la campagna elettorale, si afferma in controtendenza rispetto al dato nazionale in tutti e cinque i capoluoghi e nelle cinque province mentre la contendente Schlein ottiene comunque un risultato in recupero rispetto al precedente e che va oltre le previsioni della vigilia. Il bis di Bonaccini che nella consultazione tra gli iscritti ai circoli avvenuta due settimane addietro aveva ottenuto il 53% rispetto al 21% di Schlein, rappresenta tuttavia una magra consolazione. A sostegno del presidente dell’Emilia Romagna c’era un nutrito gruppo di esponenti dem, tra gli altri, anche il segretario regionale del partito, il senatore Nicola Irto, diversi consiglieri regionali e 4 segretari di federazione su cinque. Al voto delle primarie aperte, in Calabria, si sono recati in tutto circa 36mila calabresi. A livello provinciale il voto ha visto Bonaccini prevalere ovunque con un margine più marcato a Vibo Valentia (73%contro il 27 della Schlein) ma con poco meno di tremila votanti; a Cosenza (66 contro 33,6), Catanzaro (64 contro 36), Reggio (57 contro 43) e Crotone (53 contro 47).