VIBO VALENTIA/ Un assessore e vicesindaco finito in ospedale per delle ferite e il titolare di un immobile abusivo portato in Questura. Attimi di tensione ieri a Vibo Marina in località Pennello dove uno schieramento di forze dell’ordine -fra carabinieri e polizia- si è portato in piazza Capannina per dare esecuzione ad un’ordinanza di demolizione del Chiosco Azzurro, manufatto abusivo esistente sin dal 1953 a due passi dal mare ed al quale nel corso degli anni il Comune di Vibo aveva persino concesso la licenza per l’agibilità dei locali e la licenza al titolare per la somministrazione di bevande e alimenti (bar). Il titolare, Giuseppe Francolino, già testimone di giustizia in alcuni processi di mafia e usura, destinatario dell’ordine di demolizione -confermato dal Tar, ma è ancora pendente un ricorso del Consiglio di Stato- ha aggredito l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco di Vibo Valentia, Pasquale Scalamogna, che è dovuto ricorrere alle cure dell’ospedale Jazzolino di Vibo per la ferita ad un orecchio. Sul posto per dar corso alla demolizione si sono portati anche il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, il prefetto Roberta Lulli, il procuratore Camillo Falvo ed il questore Cristiano Tatarelli. “L’abbattimento era in programma, ci avevamo già provato un anno fa. Finalmente siamo riusciti a portare a termine anche l’iter amministrativo per arrivare alla demolizione di questo che era un po’ il simbolo dello scempio ambientale qui a Vibo Marina”. A dirlo il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, presente ieri alle operazioni di demolizione, nella frazione marina, del “Chiosco azzurro”, opera chiusa orami da anni e dichiarata abusiva. “C’è uno specchio acqueo bellissimo – ha aggiunto – proprio a ridosso di questo che era diventato oramai un manufatto che creava pericolo anche a chi si avvicinava”. “Sulle demolizioni – ha detto ancora il procuratore di Vibo – c’è tanto da lavorare. In Italia una delle cose più difficili da fare in assoluto nella fase esecutiva è la demolizione delle opere abusive”. Dal canto suo, l’avvocatessa Giovanna Fronte, legale del proprietario del chiosco, Giuseppe Francolino, ha sostenuto che l’abbattimento “probabilmente” è stato legale. “Da avvocato – afferma in una nota – non ho seguito l’ultima parte della vicenda amministrativa relativa alla demolizione ma ho seguito purtroppo tutta la vicenda del chiosco sin dal lontano 2006/2007, ho scritto fiumi di istanze, denunce e richieste rivolte a tutte le procure e a tutte le amministrazioni comunali, provinciali, rosse, nere, verdi e gialle: che non si dica che Francolino sia stato omertoso, cha non si dica che non abbia pagato per l’acquisto del suolo all’esito della sdemanializzazione del territorio, che non si dica che abbia denunciato il totale disinteresse della Pubblica amministrazione riguardo al delicato fenomeno dell’erosione della costa e della sua protezione a seguito delle continue mareggiate per le quali sono stati spesi fior di quattrini per i vari progetti mai attuati”.