Continua a salire il drammatico bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa il sud della Turchia e il nord della Siria. E’ salito a circa 2.500 morti il bilancio del sisma che ha colpito la regione al confine tra Turchia e Siria. In Turchia i morti finora accertati sono più di 1500. Nella Siria controllata dal governo i decessi sono oltre 500, altri 400 nella parte di territorio siriano controllato dall’opposizione. Almeno 120 scosse di assestamento si sono verificate dopo il potente terremoto di ieri notte, secondo un aggiornamento dell’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Secondo l’Usgs, che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore. Tre delle scosse di assestamento hanno misurato 6.0 o più, incluso il massiccio terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino. Il terremoto che ha colpito la Turchia la notte scorsa è stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Spero che ci lasceremo alle spalle questi giorni disastrosi. Oggi è il giorno di 85 milioni di cuori in un solo battito”, ha detto il presidente Erdogan. “La stagione è l’inverno, il clima è freddo e il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, rendendo le cose difficili, ma tutti stanno lavorando sodo e hanno reagito nel modo più veloce possibile”, ha aggiunto esprimendo dolore e cordoglio per le vittime. Per qualche ora si è temuto che il terremoto che ha devastato Turchia e Siria potesse generare uno tsunami in grado di arrivare fino alle coste ioniche della Calabria. Ipotesi rivelatasi, per fortuna, infondata.