CATANZARO/ Da mesi, cittadini di tutto il mondo manifestano contro la dura repressione delle proteste in atto in Iran, a
fronte delle richieste di più diritti e libertà soprattutto per i giovani e le donne. In molte città italiane artisti,
studenti e associazioni hanno promosso iniziative volte a chiedere al regime iraniano l’interruzione di arresti,
torture ed esecuzioni, la salvaguardia del diritto ad un giusto processo e il rispetto dei diritti umani: da
Palermo a Milano, passando per Napoli, Roma, Macerata, Firenze, Pisa, Reggio Emilia, Rimini, Genova, Torino,
Bergamo, Venezia, Trento, etc.
Su questa scia, si è inserita l’iniziativa di sabato 4 febbraio dal titolo: “A difesa dei diritti umani. Un dialogo
interculturale” promossa da due istituti scolastici catanzaresi, l’ITT Chimirri diretto dal dott. Roberto Caroleo
e l’ITTS Scalfaro diretto dal dott. Vito Sanzo, a cui hanno aderito anche il Liceo Classico Galluppi e il Liceo
Scientifico Siciliani.
La conferenza è stata patrocinata dal Comune di Catanzaro, dal suo Assessorato alla Cultura, dalla
Commissione Pari Opportunità della Provincia e dal Comando locale dei VV. F.
I rappresentanti istituzionali, nelle persone del Sindaco Nicola Fiorita, dell’assessore alla cultura Donatella
Monteverdi, del Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Catanzaro Donatella Soluri
che ha anche brillantemente moderato l’incontro, hanno testimoniato con la loro presenza e i loro contributi
la volontà di sostenere questa causa aldilà di un formale patrocinio. Le relazioni del prof. Charlie Barnao
dell’UMG su globalizzazione, autoritarismi e repressione del dissenso, di Don Salvatore Cognetti, Vicario
Generale dell’Arcidiocesi di Catanzaro Squillace e Elsheikh Khalid, Segretario e Imam del Centro Islamico Dar
Assalam, hanno collocato il tema su un piano più complesso, generale e storico, e con ovvie “diverse”
sfaccettature, hanno contribuito a favorire una migliore comprensione della diffusa violazione dei diritti
umani a livello globale, agìta quasi sempre nei confronti di minoranze o di frange più deboli della popolazione
anche se con diversa intensità nella violenza esercitata dagli stati, della repressione di diritti ammantata di
legalità, dei problemi derivanti da una non netta separazione tra stato e autorità religiosa, delle
corresponsabilità dei paesi democratici occidentali nelle vicende politiche di regimi autoritari e teocrazie.
Vibranti e preziose le testimonianze delle italo-iraniane Pegah Moshir Pour, attivista per i diritti umani e
digitali e Afafhiyeh Parsa, Presidente Uniauser.
Pegah, tra le altre cose, ha sottolineato l’importanza di promuovere e tutelare i diritti digitali e di connessione
che, soprattutto, in stati retti da regimi autoritari, sono fortemente limitati e il diritto allo studio come chiave
di emancipazione anche dalle imposizioni di potere; ha quindi citato l’elevata percentuale di donne iraniane
laureate nelle discipline stem. Anche Afafhiyeh ha ribadito che alla base delle disparità di genere nel campo
dei diritti c’è proprio il fatto che gli uomini hanno giovato da maggior tempo di una migliore istruzione,
esortando i giovani presenti in sala a scrivere una nuova pagina di storia, scegliendo di battersi per i diritti di
tutti e delle donne in particolare perché, come recita un detto Baha’i, “… l’umanità è come una colomba con
due ali, una è l’ uomo e l’altra è la donna; finché non saranno in equilibrio la colomba non potrà volare”.
Il momento più intenso della conferenza è stato l’omaggio reso dagli studenti alle due attiviste, in cui le hanno
salutate con una pioggia di cartelli e striscioni colorati a sostegno della salvaguardia dei diritti umani, sulle
note di Baraye, il popolare brano di Shervin Hajipour.
È così che Catanzaro, attraverso le sue forze più belle e vive, si è fatta eco delle proteste contro la violazione
dei diritti umani, in Iran come ovunque nel mondo. Auspichiamo che questa eco risuoni ancora in mille altre
città!