CATANZARO. “Una legislatura nata male e proseguita peggio. La confusione che sta caratterizzando la Regione Calabria dalla fine del novembre scorso non ha precedenti e non lascia che dubbi ed interrogativi sul futuro”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Nazzareno Salerno. “Le dimissioni di Antonio Scalzo – aggiunge – da presidente del Consiglio regionale hanno generato un caos da cui non pare affatto semplice uscire: le perplessità non riguardano solo gli aspetti politici ma anche quelli tecnici poiché va fatta piena luce sulle conseguenze di tale decisione. Non è chiaro infatti se decadano anche l’Ufficio di presidenza e le presidenze delle commissioni permanenti e prima di imbattersi in un vicolo senza via d’uscita sarebbe necessario richiedere un autorevole parere giuridico dal quale dovrebbero emergere con assoluta certezza i passi da compiere. La svolta epocale di cui parla Oliverio è dunque da intendere come una delle stagioni più nere che la Calabria abbia mai conosciuto: un anno gettato al vento in un periodo di crisi economica globale equivale all’aver compromesso il destino di un territorio che invece aveva bisogno di una programmazione puntuale e di un’azione ferma e determinata. Il presidente Oliverio ha inoltre dimostrato di brancolare nel buio piegandosi a richieste ed appetiti politici che nulla hanno a che fare con la Calabria, ha confermato insicurezza e debolezza al cospetto delle volontà provenienti dalla Capitale, ha smentito i suoi stessi annunci di cambiamento con scelte rispondenti a vecchie e logore logiche”. “Gli squilli di tromba del segretario regionale del Pd Ernesto Magorno – prosegue Salerno – si configurano, in questo contesto, come un’adunata nella Piazza Rossa atta a diffondere il verbo e gli ordini di politici romani ansiosi di dare sfogo alle proprie esigenze. L’incapacità di reagire di fronte all’azione di colonizzazione è plateale e ribadisce l’inadeguatezza di chi è abituato ad eseguire i diktat. Almeno i consiglieri regionali, soprattutto quelli che vivono la loro prima legislatura, abbiano uno scatto d’orgoglio per tornare alla politica vera e rigettare le umiliazioni che i novelli padroni stanno imponendo”.