“Il presidenzialismo è una modifica costituzionale, quindi richiede quantomeno quattro passaggi parlamentari e, se non dovessero essere raggiunti i 2/3 dei votanti, anche la possibilità di un referendum. Quindi sono strade completamente diverse, e rincorrere una per l’altra veramente mi sembra sconclusionato e privo di senso e di significato”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, nella sede della Regione Calabria, rispondendo a i giornalisti che hanno evidenziato una presunta diversità di vedute all’interno del governo sulla tempistica per l’autonomia differenziata legata anche al tema del presidenzialismo.
“Io questi riscontri che mi suggerite – ha sostenuto Calderoli – non li ho verificati, ho avuto un vertice con il presidente Meloni, con il ministro Fitto, con altri ministri che avevano o competenze o vicinanze rispetto a questa materia e avevo detto che entro la fine dell’anno avrei fatto una proposta perché il percorso che credo avremo davanti, ovviamente nell’autonomia del Parlamento perché non dipende da me stabilire la tempistica del Parlamento, è sicuramente un anno di lavoro per l’approvazione della legge di attuazione e per la definizione dei Lep e dei costi e dei fabbisogni standard, ma non c’è nessuna rincorsa di una cosa rispetto all’altra o chi affianca il discorso del presidenzialismo. Io – ha rilevato il ministro per gli Affari regionali – sono un presidenzialista assolutamente convinto, il mio testo è stato approvato la prima volta in Senato nel 2012 quindi non Bisogna convincere me sul presidenzialismo”.