“Il percorso gestionale della sanità Calabrese offre motivi di “chiacchiericcio” quotidiano e di alto disappunto per chi da utente non necessita di proclami . Non sono state esaurite le risposte sul contratto commerciale tra la Calabria e l’ambasciata Cubana riguardo l’uso della professionalità dei sanitari che risaltano ancora delle domande alle quali sembra che il “panta rei” sia il modus operandi al quale i cittadini calabresi devono soccombere”. Lo scrive Massimo Misiti, coordinatore regionale del M5S.” Ma alcune domande – continua forse meritano delle risposte: i medici cubani dopo aver avuto la certificazione che parlano italiano, da parte di chi? Avranno una copertura assicurativa? E su quali fondi questa graverà? I medici e i prestatori d’opera assunti nel periodo Covid avranno le loro spettanze? Quando? E’ stato terminato il censimento del personale necessario al fabbisogno dei flussi delle prestazioni e su questo è stato effettuato il nuovo piano assunzionale delle professionalità sanitarie”. Per Misiti, “affinché la Calabria abbia un ruolo ed una voce ascoltata a livello della Conferenza Stato regioni vi è la possibilità che rientri in quanto definito dagli articoli 14 e 15 del D.Lgs 68/2011 che permette la perequazione dei fondi tra il gettito prodotto e quanto necessario per erogare le prestazioni essenziali socio-sanitarie valorizzando il costo standard differenziato per macro aree per come stabilito dall’art.9 della legge 42/2009? Il presidente della Regione Calabria, nonché commissario e responsabile per la Sanità regionale, penso si trovi di fronte alla necessità di porre rimedi tangibili di fronte – conclude – alla lentezza di chi dovrebbe essergli d’aiuto in un percorso emergenziale mentre lo fa esporre nella richiesta di proroghe invece che supportarlo nella soluzione di problemi quotidiani”.