L’avvocato Marcello Manna, sindaco di Rende (Cosenza) e presidente dell’Anci Calabria, arrestato stamane nell’ambito del blitz antimafia coordinato dalla Dda di Catanzaro, avrebbe intrattenuto “contatti duraturi nel tempo” con membri di un’associazione mafiosa, in particolare col gruppo D’Ambrosio. E’ quanto scrive il Gip nell’ordinanza con cui ha disposto misure restrittive per 202 persone eseguite stamani da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Manna, indagato per scambio elettorale politico-mafioso, in particolare, avrebbe “stretto un patto di scambio elettorale politico mafioso con membri apicali della criminalità organizzata” ricevendo in cambio sostegno in occasione delle ultime elezioni comunali tenutesi nel 2019. Il Pm aveva chiesto la detenzione in carcere, ma il Gip ha ritenuto sufficiente la misura degli arresti domiciliari. Manna, sostenuto da una coalizione di liste civiche, è al secondo mandato da primo cittadino. Per il Gip, “tutti gli appartenenti al clan federato Rango, Zingari, Lanzino e Ruà si sono mobilitati per fare la campagna elettorale all’avvocato Manna”. Gli equilibri elettorali per il voto relativo al Comune di Rende sarebbero stati ricostruiti dal collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti. La ricostruzione investigativa contenuta negli atti evidenzia anche “la sussistenza di un rapporto tra Massimo D’Ambrosio e Pino Munno, assessore del Comune di Rende già nel 2014”, oltre che la disponibilità del figlio di uno dei referenti della cosca a offrire la propria abitazione per una “riunione elettorale” per sostenere proprio Manna in vista della campagna elettorale. Le intercettazioni e le ricostruzioni dei collaboratori di giustizia evidenzierebbero gli impegni assunti dal sindaco di Rende nei confronti degli esponenti dei clan, ovviamente da accertare “La maggioranza governativa dell’amministrazione comunale di Rende, il presidente del consiglio comunale Gaetano Morrone e i consiglieri Eugenio Aceto, Concetta Brogno, Rachele Cava, Francesco Corina, Marisa De Rose, Salvatore Esposito, Palma Fanello, Rossana Ferrante, Giovanni Gagliardi, Marco Greco, Chiara Lolli, Fabio Marchiotti, Romina Provenzano e Luigi Superbo esprimono massima solidarietà al sindaco Marcello Manna e all’Assessore Pino Munno, certi che la giustizia farà il suo corso e sarà fatta piena chiarezza”. Lo si legge in un documento diffuso dall’ufficio stampa del Comune, in relazione all’arresto del primo cittadino e dell’assessore. “Sono i giudici -si legge ancora- e non certo i pubblici ministeri a dover dare un giudizio sulle responsabilità, così come è la sentenza e non certo la richiesta di colpevolezza a fare un processo, né l’istruttoria deve essere confusa con la sentenza di condanna.anche in sede giudiziaria” “Dalle notizie di stampa leggo che si tratta di fatti datati nel tempo che presumo avulsi dall’attività politica e amministrativa dell’assessore De Cicco. Sono socialista e quindi garantista e credo nel principio costituzionale della presunzione d’innocenza. Confido, comunque, nell’azione della magistratura e sono certo che Francesco De Cicco potrà e saprà chiarire, a breve, la sua posizione processuale”, lo ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso.