Un vero e proprio coro bipartisan di reazioni sdegnate ha contrassegnato la giornata di ieri dopo la intimidazione subita dal deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro nella tarda serata di martedì. Intanto i poliziotti della Squadra Mobile, i colleghi della Digos e la polizia scientifica di Reggio Calabria, coordinati dal questore Bruno Megale, stanno lavorando intensamente per chiarire il contesto in cui è maturata l’intimidazione posta in atto contro il parlamentare uscente peraltro candidato al collegio uninominale numero cinque per il centrodestra per le elezioni del 25 settembre prossimo. Martedì sera, mentre Cannizzaro stava discutendo con i suoi collaboratori sull’impostazione della campagna elettorale, ignoti dall’esterno, o forse un singolo attentatore, hanno esploso tre colpi con un revolver calibro 38 contro la grande vetrata esterna dell’immobile a piano terra che ospita la segreteria elettorale dell’uomo politico. In particolare, gli inquirenti stanno ricostruendo alcuni dati balistici poiché le ogive esplose dall’ arma, a causa dei cristalli rinforzati della vetrata, non hanno perforato la struttura, riducendo di molto il pericolo per le persone che in quel momento si trovavano con il parlamentare. Per altro, la strada su cui insiste la struttura politica di Cannizzaro – a pochissimi metri dagli ingressi principali di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria- è fortemente vigilata da impianti di sicurezza dotati di telecamere, a cui si sommano quelli privati. La titolarità dell’inchiesta è stata assunta direttamente dal capo della Procura distrettuale, Giovanni Bombardieri.