Il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato in Calabria. Salvini ha ribadito i programmi della Laega in vista delle elezioni del 25 settembre. Ha insistito, in particolare, sul problema della integrazione dei migranti e sulla necessità di una accoglienza ordinata e programmata. “La tendopoli di San Ferdinando è una vergogna sia per chi ci sta dentro, sia per chi sta fuori. Eravamo giunti a metà dell’opera, ma poi è arrivata la Lamorgese e ci siamo fermati come su tutti i temi legati alla sicurezza e all’immigrazione”, ha detto Salvini. “Domani (oggi per chi legge n.d.r.)- ha aggiunto il leader della Lega – vado a Lampedusa non per vacanza ma perché nell’isola c’è un centro immigrati che avrebbe 300 posti di capienza massima ma in cui oggi ci sono oltre duemila persone. Il che significa fare vivere male coloro che arrivano in Italia, illudendoli che ci sia tutto per tutti, e fare vivere male gli italiani”. Sul fronte politico generale, intanto, servirà un chiarimento preliminare con Enrico Letta, affinché l’incontro -inizialmente programmato per ieri pomeriggio- tra il segretario dem e i leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e dei Verdi Angelo Bonelli possa avere luogo. Quando mancavano un paio d’ore all’inizio della riunione, infatti, dai dirigenti rossoverdi è arrivata una nota in cui si annunciava il rinvio a data da destinarsi del vertice, a causa di “novità politiche emerse nella giornata di ieri” e del mutamento delle “condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni”. Una decisione che sta a significare l’irritazione di Fratoianni e Bonelli (che tra l’altro avevano sollecitato l’incontro con Letta) per il protagonismo che sta assumendo il leader di Azione Carlo Calenda, dopo la chiusura del patto elettorale col Pd. L’alternativa all’accordo con Letta, fanno filtrare dal versante rossoverde, non manca. In questo senso le parole di apertura da parte del leader di M5s Giuseppe Conte sono da considerare attentamente. Un elemento che Fratoianni e Bonelli non mancheranno di far pesare nel confronto col segretario dem, anche nell’eventualità di una trattativa sulle candidature e sul cosiddetto “diritto di tribuna”.