REGGIO CALABRIA. Una sensibile riduzione dei reati e timidi segnali di reazione della società civile, con un lieve incremento del numero delle denunce da parte delle vittime di usura ed estorsione. È quanto emerso dalla riunione della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, convocata e presieduta dal prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino. Alla riunione hanno partecipato i prefetti della Calabria, i Procuratori Generali delle Corti d’Appello di Catanzaro e di Reggio Calabria, i Procuratori della Repubblica, titolari della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria, il Comandante della Direzione Marittima della Calabria e della Basilicata Tirrenica, i Questori delle province calabresi, i Comandanti regionali e provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato, il Direttore Centro DIA di Reggio Calabria, il Direttore Regionale del Lavoro. Nel corso della riunione sono stati valutati i risultati di un anno dell’attività denominata “Focus ‘ndrangheta – Piano di azione nazionale e transnazionale”, ossia le misure di contrasto alla ‘ndrangheta. In un anno, dal giugno 2014 al maggio 2015, a livello regionale, sono state 569.605 le persone controllate (di cui 338.217 nella sola provincia di Reggio Calabria), 6.214 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà (di cui 2969 nella provincia di Reggio Calabria), 1002 le persone arrestate in flagranza di reato (di cui 461 nella provincia di Reggio Calabria), 1706 i sequestri penali (di cui 675 nella provincia di Reggio Calabria , 2832 quelli amministrativi (di cui 1992 nella provincia reggina), 4759 le sanzioni amministrative elevate (di cui 2608 nel reggino), 372.979 i veicoli controllati (di cui 211.498 nel reggino), 66.175 le violazioni accertate al codice della strada (di cui 49.171 nel reggino), e, infine, 123.020 i controlli domiciliari effettuati (di cui 87.074 nel reggino) e 16.182 le perquisizioni sul posto eseguite (di cui 10.112 nel reggino). L’andamento dei reati è in sensibile diminuzione pur restando rilevante l’indice complessivo di criminalità. In un quadro diffuso di omertà, invece, emergono reazioni da parte delle vittime, che denunciano odiosi reati quali usura ed estorsione. In ambito regionale, infatti, da giugno 2014 a maggio 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per le estorsioni si registra un aumento delle denunce del 18,52% ( il 16,48% nella provincia di Reggio Calabria) e per l’usura del 14,29% ( il 57,14% nella provincia reggina). Anche sugli altri due capisaldi della lotta alla ‘ndrangheta, ossia la cattura dei latitanti e l’aggressione ai beni illecitamente accumulati, i risultati sono positivi. Ventuno i latitanti arrestati nel 2014, 5 nell’anno in corso, uno dei quali inserito nella lista dei 100 più pericolosi. Nella sola provincia reggina, poi, il valore complessivo di beni sequestrati e confiscati ha superato negli ultimi 3 anni i 2 miliardi di euro. Nel corso della riunione si è deciso di riproporre la strategia di prevenzione e contrasto, che avverrà con servizi interprovinciali delle forze dell’ordine e con l’intervento anche di reparti speciali; si è deciso anche di rinnovare l’attenzione sugli appalti e sugli interventi infrastrutturali, nonché nei confronti di Enti locali e pubblica amministrazione in genere, al fine di contrastare l’infiltrazione della ‘ndrangheta sugli interventi pubblici. La filosofia di fondo delle attività pianificate è il passaggio dal “controllo del territorio” al “territorio sotto controllo” nel convincimento, così come indicato nella direttiva del ministero dell’interno dello scorso 30 aprile, che il contrasto alla criminalità richiede una capacità di penetrazione da parte dello Stato proporzionata all’entità dei fenomeni criminosi da debellare.