CATANZARO. “In merito alla diffida da parte della Giunta regionale a non dare esecutività ai licenziamenti, pena la richiesta di dimissioni, sono doverose alcune precisazioni”. Lo afferma, in una nota, il direttore generale della Fondazione Tommaso Campanella, Mario Martina. “Nella mia lunga esperienza di dipendente della Regione – sostiene Martina – non ho mai replicato pubblicamente a decisioni del Consiglio, della Giunta, di Assessore o di singoli consiglieri regionali anche quando era necessario. Me lo hanno imposto la mia etica di pubblico dipendente e la profonda deferenza che ho verso le istituzioni pubbliche che vanno sempre rispettate, indipendentemente da chi di volta in volta le rappresenta. La diffida mi è stata comunicata nel corso dell’incontro odierno con la Giunta regionale, unitamente al presidente della Fondazione. Tale diffida, per quanto mi riguarda, sarebbe rimasta riservata se non fosse stata resa pubblica dal comunicato ufficiale sul sito istituzionale”. “Non sono io a dover decidere – prosegue Martina – se procedere o meno al licenziamento del personale in esubero della Fondazione. Tale decisione, comunque, finora, è stata da me condivisa perché diretta a tutelare l’interesse pubblico. Ogni mese di rinvio dei licenziamenti ha un costo di circa 700 mila euro che qualcuno dovrà pagare. Che sia la Giunta regionale, assumendosi le connesse responsabilità, a garantire l’onere dei maggiori costi. In una azienda privata una cattiva gestione da parte degli amministratori comporta una loro grave responsabilità prevista dal Codice civile; in una azienda privata, costituita da enti pubblici, una cattiva gestione comporta responsabilità per danno erariale. Non mi si può imporre di fare scelte che non mi competono pena la richiesta di dimissioni; dimissioni che non ho alcuna intenzione di presentare. Se il presidente della Giunta regionale ritiene che abbia violato o stia violando leggi della Repubblica o che la mia condotta sia affetta da negligenza, imperizia o imprudenza, può rimuovermi con motivato provvedimento. Certamente dovrebbe rimuovermi se mettessi in atto provvedimenti idonei a depauperare il patrimonio aziendale, danneggiare i creditori e determinare un danno erariale”.