CASSANO ALLO IONIO. “Devo constatare, rispetto alle forme di povertà, ritardi enormi da parte delle politiche italiane. Finché ci saranno sempre più poveri vuol dire che la democrazia è a rischio e che la civiltà non è ancora arrivata”. Lo afferma il vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino. “E’ amaro constatare – prosegue – che moltissimi hanno niente e pochissimi hanno moltissimo. Questa è la contraddizione. Questo è l’ossimoro che constatiamo nella realtà del nostro tempo. Ha ragione Papa Francesco quando nel quarto capitolo de ‘Evangelii Gaudium’ dice che la realtà è più dell’idea. Sono profondamente convinto che le politiche, soprattutto di welfare, debbano partire dagli ultimi e mettere al centro delle politiche le persone ultime, impoverite. La povertà non è il risultato della predestinazione. Se c’è povertà, evidentemente, è perché ci sono anche politiche di distribuzione della ricchezza sbagliate. Sono profondamente convinto che dinanzi a noi c’è una grande sfida: passare dalla cultura e dalla politica dell’avanzo, dello scarto alla cultura e alle politiche dell’incontro, della maggiore distribuzione delle ricchezze e dare a tutti la possibilità di accedervi. La ricchezza non può essere il fine della vita ma soltanto il mezzo”.
Povertà, Vescovo di Cassano: “Ritardi enormi della politica”
CASSANO ALLO IONIO. “Devo constatare, rispetto alle forme di povertà, ritardi enormi da parte delle politiche italiane. Finché ci saranno sempre più poveri vuol dire che la democrazia è a rischio e che la civiltà non è ancora arrivata”. Lo afferma il vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Francesco Savino. “E’ amaro constatare – prosegue – che moltissimi hanno niente e pochissimi hanno moltissimo. Questa è la contraddizione. Questo è l’ossimoro che constatiamo nella realtà del nostro tempo. Ha ragione Papa Francesco quando nel quarto capitolo de ‘Evangelii Gaudium’ dice che la realtà è più dell’idea. Sono profondamente convinto che le politiche, soprattutto di welfare, debbano partire dagli ultimi e mettere al centro delle politiche le persone ultime, impoverite. La povertà non è il risultato della predestinazione. Se c’è povertà, evidentemente, è perché ci sono anche politiche di distribuzione della ricchezza sbagliate. Sono profondamente convinto che dinanzi a noi c’è una grande sfida: passare dalla cultura e dalla politica dell’avanzo, dello scarto alla cultura e alle politiche dell’incontro, della maggiore distribuzione delle ricchezze e dare a tutti la possibilità di accedervi. La ricchezza non può essere il fine della vita ma soltanto il mezzo”.