“Io mi auguro che ci si avvicini il più possibile alla doppia cifra, anche perché questo darebbe un contributo molto forte per dare alla coalizione la possibilità di vincere già al primo turno”. Lo ha affermato il coordinatore nazionale di “Italia al Centro”, Gaetano Quagliariello, nel corso di un incontro con i candidati delle due liste ispirate dal partito – “Catanzaro al Centro” e “Catanzaro prima di tutto-Cambiamo! Con Toti” – che concorrono alle prossime elezioni comunali di Catanzaro: nel capoluogo calabrese “Italia al Centro” sostiene la candidatura a sindaco di Valerio Donato.
“Credo – ha aggiunto Quagliariello – che oggi, nel momento in cui le ideologie non ci sono più, è giusto che non siano i partiti a imporre l’uno ma che sia scelta dalle persone che frequentano e conoscono un luogo. Quello che posso dire, senza ipocrisie, è che Donato, che non conoscevo e che ho incontrato, mi è sembrata una persona che incarna un progetto civico e che ha voglia di restituire qualcosa alla città che gli ha dato tanto. Se questo candidato è mosso da un progetto civico e sa che i compagni di strada sono persone che hanno una fede liberale e rispondono a questi principi, va bene”.
Quagliariello ha poi inquadrato la sfida elettorale di Catanzaro in un contesto più ampio: “A livello nazionale stiamo molto puntando anzitutto sulle realtà del Mezzogiorno, dopo Catanzaro andrò prima a Palermo e poi all’Aquila. Questo per tre ragioni. La prima: nel Mezzogiorno nelle ultime elezioni un movimento ha preso voti e seggi come nessun altro nella storia d’Italia, questo movimento è fallito, e questo vuol dire che ci sono molti voti in libertà. La seconda, ancora più importante perché non fa riferimento alla politica, è che l’Italia ha bisogno di una grande ripresa, soprattutto per la situazione del suo debito pubblico e per aver deciso di prendere in prestito dei soldi: se questi soldi li vogliamo restituire – ha sottolineato Quagliariello – è necessario che il Paese cresca e il Paese può crescere laddove è più indietro, non si può crescere se si è già primi in classifica. E quindi c’è molto bisogno che il Paese cresca nel Mezzogiorno. La terza ragione – ha sostenuto il coordinatore nazionale di ‘Italia al Centro’ – è che noi abbiamo bisogno di un progetto per il futuro, che identifico in uno slogan, una società calda, che riesca ad avere una logica puntata sulla persona, su una sanità diffusa sul territorio, tutto quello che è fallito con la pandemia. Questo riprende molte cose proprie della società meridionale, iniziando a puntare su città medio piccole come Catanzaro e non su grandi hub urbani”.