“La Regione sul Pnrr di fatto fa solo il passacarte, la maggior parte delle risorse infatti vanno ai Comuni e sono questi enti che le devono spendere. Bisogna creare le condizioni affinché questi comuni- trecento dei quali sono sotto i mille abitanti e non hanno ingegnere capo o talvolta nemmeno un segretario generale – possano spendere le risorse altrimenti quella del Pnrr sarà una partita persa”. Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto a margine della riunione della cabina di regia sui temi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. “La Regione parteciperà ai bandi che la riguardano – ha aggiunto Occhiuto – e spenderà le risorse. Poi ci sono altre risorse del Fondo sviluppo e coesione, della programmazione comunitaria e anche lì bisogna porre in essere procedure che velocizzino la spesa e che la orientino davvero verso i bisogni dei calabresi. La cabina di regia dovrebbe fare la regia nella spesa delle risorse ma non solo del Pnrr ma anche della programmazione comunitaria perché non abbiamo solo questo strumento ma anche il fondo di sviluppo e coesione, il nuovo ciclo di programmazione dei fondi Por”. “La Calabria è la prima Regione – ha detto ancora il presidente della Regione – ad avere inviato a Bruxelles il nuovo programma operativo e solo quello vale 3,7 miliardi. E’ utile che ci sia una cabina di regia capace di produrre soluzioni idee per mettere a terra queste risorse e per risolvere attraverso queste risorse i problemi della Calabria Ho chiesto alla cabina di regia di aiutarmi anche a stabilire dei metodi per la tracciabilità della spesa perché tante risorse possono essere anche obiettivo di poteri criminali che nella nostra regione pure ci sono. Per questo dobbiamo fare dei protocolli per la tracciabilità della spesa: già ne abbiamo fatto uno con la guardia di finanza; però sarebbe utile che si mettessero in piedi anche con le altre istituzioni coinvolte come Prefetture e Procure dei sistemi affinché la spesa delle risorse vada a rispondere ai bisogni dei cittadini e non agli appetiti famelici dei poteri criminali. Il modo per farlo è quello di evitare stazioni appaltanti troppo piccole perché più sono piccole e più sono permeabili ai poteri criminali. Se un comune fa una gara di 10/15 milioni qualche rischio in più c’è. Se invece una gara di 20/30 milioni la fa la stazione unica appaltante con modalità condivise o partecipate attraverso la strutturazione di metodi con altri livelli istituzionali, siamo un po’ più garantiti. C’è molto da lavorare anche su questo, mi aspetto dalla cabina di regia anche qualche buona idea in questa direzione”.