Il 60% dei calabresi ha fatto la terza dose di vaccino anti Covid 19: il dato emerge dall’ultimo report sulle vaccinazioni in Calabria curato dalla Protezione civile della Regione. Il report è aggiornato al 4 aprile. La fascia di età nella quale i calabresi si sono maggiormente vaccinati con la terza dose -prosegue il report della Provic regionale- è la fascia di età 70-79 anni (82%), seguono le fasce 60-69 anni (78%) e over 80 (76%), mentre la fascia d’età nella quale si calabresi si sono vaccinati di meno con la terza dose è quella 5-19 anni (21%). Complessivamente, si sono vaccinati con la terza dose 721.167 calabresi su una popolazione di 1,785 milioni. Dal report, poi, emerge che i calabresi che hanno fatto prima e seconda dose sono l’82% (85% conteggiando i vaccinati con la monodose Janssen): anche qui la fascia di età più “coperta” è 70-79 anni, quella maggiormente “scoperta” è 5-19 anni (61%), Infine, il report della Protezione civile regionale rileva che i calabresi che hanno fatto almeno la prima dose sono l’87% (la fascia di età più “coperta” è quella over 80 con il 90%, a fronte del 68% della fascia di età 5-19 anni). Intanto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria afferma che “è davvero positivo l’accordo firmato dalla struttura commissariale regionale con Cgil Medici, Cisl Medici, Fimmg, Fismu, Smi e Snami, per quanto riguarda l’emergenza-urgenza territoriale”. “Il 118 in Calabria – continua – va rifondato, ed è nostra intenzione farlo anche attraverso il confronto con i sindacati, con gli operatori sanitari, con gli addetti ai lavori, con coloro che quotidianamente sono impegnati in prima linea per assistere le comunità. È importante questo primo passo – e ringrazio il sub commissario Esposito per il prezioso lavoro svolto – perché ci dà la possibilità di procedere ad una progressiva revisione del servizio, anche grazie ad esperienze di eccellenza di altri territori che faremo nostre nel più breve tempo possibile. Adesso – conclude – avanti con il dialogo per altre intese, che dovranno interessare l’intera medicina generale, i presidi sanitari sui territori, e l’organizzazione dell’intero comparto regionale”.