“Il 16 marzo del 1978 le Brigate rosse, dopo avere barbaramente assassinato i cinque uomini della scorta, rapivano l’on. Moro, che sarà poi ucciso il 9 maggio. Il terrorismo aveva colpito in alto. Si disse, all’epoca, il ‘cuore dello Stato’. Iniziava l’agonia dello statista democristiano e del Paese”. Così, in una nota, Mario Tassone, segretario nazionale del Nuovo Cdu. “Il processo di rafforzamento della nostra democrazia – aggiunge – si arrestava e subiva una pericolosa involuzione. Il ricordo di quel 16 marzo non va rimosso. Bisogna ritrovare, nella memoria di quella tragedia, la forza perché il percorso di libertà del nostro Paese sia preservato dagli avventurismi di ritorno di quelle forze eversive che hanno fatto scempio del Parlamento e delle istituzioni di democrazia rappresentativa”.