È scattata ieri alle 4 del mattino italiane l’invasione russa dell’Ucraina, annunciata dal presidente russo, Vladimir Putin, come una “operazione militare speciale” per “demilitarizzare” e “denazificare” la nazione confinante. L’attacco di Mosca si starebbe svolgendo su tre fronti, da Sud, Nord ed Est. Le guardie di frontiera ucraine riferiscono che le forze di terra sono già entrate nella regione della capitale Kiev, dove sono suonate le sirene antiaeree e la popolazione si è rifugiata nei bunker e nella metropolitana. L’offensiva è iniziata con un’ondata di missili da crociera, colpi d’artiglieria e bombardamenti aerei che hanno colpito postazioni di confine e infrastrutture militari, tra cui le basi aeree. L’entità delle operazioni russe non è ancora del tutto chiara. Putin ha affermato che non intende occupare il territorio del Paese e, a tre ore dall’inizio dell’attacco, il ministero della Difesa russo ha affermato di aver “neutralizzato” le difese aeree ucraine. La maggior parte dei bombardamenti sono concentrati nell’Est, dove si trovano le aree controllate dai separatisti, i quali, un paio d’ore dopo l’inizio dei bombardamenti russi, hanno attaccato le posizioni dell’esercito ucraino ai confini delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. A Odessa, città portuale sul Mar Nero sono stati registrati 18 morti per un attacco missilistico. Altre sei vittime sono state segnalate dalle autorità locali a Brovary, vicino Kiev. Il presidente ucraino, Voldymyr Zelensky, ha dichiarato la legge marziale. Le forze di Kiev, nonostante gli aiuti occidentali, soffrono però di una forte sproporzione numerica di fronte al nemico. Il G7 chiede alla Russia di ritirare immediatamente le sue forze dall’Ucraina e fermare il bagno di sangue. “Condanniamo l’invasione russa nel modo più aspro. Affermiamo il nostro inamovibile appoggio e la nostra solidarietà all’Ucraina”, si legge in una nota dei leaders del G7.