REGGIO CALABRIA/ Si è aperta con la relazione del presidente della Corte d’Appello, Luciano Gerardis, alla presenza del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, la cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario a Reggio Calabria. Nella grande sala della scuola allievi carabinieri, Gerardis ha posto all’attenzione del ministro la necessità di “coprire al più presto i posti vacanti dell’organico di magistratura, che continuano ad essere la vera palla al piede di ogni tentativo di miglioramento dell’efficienza della risposta giudiziaria, senza cui – ha sottolineato Gerardis – persino le importanti riforme normative messe in campo negli ultimi mesi, che pure presentano rilevanti profili di novità in un impianto significativamente differente dal passato, rischiano di produrre conseguenze pesantissime sul terreno della processabilità delle condotte e della stessa affermazione dei diritti”.
“Malgrado Reggio Calabria sia la capitale storica ed attuale della ‘ndrangheta – ha sottolineato – che per la sua multiforme attività illecita intasa la giurisdizione, condizionando inevitabilmente la stessa destinazione delle risorse disponibili – ha evidenziato il presidente della Corte d’Appello – gli organici dei magistrati continuano a rimanere desolatamente scoperti, risultando vano anche il fattivo impegno dello stesso Csm. Deserti vanno infatti i bandi ordinari per la grande maggioranza dei posti, e persino i bandi per applicazioni extradistrettuali, che pure garantiscono una durata limitata oltre a benefici economici e di carriera. Molto recentemente, in questa Corte d’Appello – ha proseguito – sebbene fossero stati banditi 8 posti di consigliere, uno soltanto è stato coperto, ed invece sono stati contestualmente trasferiti ad altri uffici ben 4 magistrati. La conseguenza è che oggi quasi la metà dei posti di consigliere (15 su 32) è scoperta, ed a ciò va aggiunta l’ulteriore vacanza del posto di magistrato distrettuale” Un passaggio della sua relazione, il presidente della Corte d’Appello l’ha dedicato alle strutture dei tribunali del distretto.
“Tutti i tribunali, sia gli ordinari che quelli per i minorenni e di sorveglianza – ha detto – lamentano gravissime difficoltà per i luoghi in cui si esercita la giurisdizione. Il tribunale di Reggio Calabria, allocato da circa un ventennio in un complesso comunale certamente inadeguato alle varie esigenze, per gravi problemi di climatizzazione e riscaldamento, per aule insufficienti e per ricorrenti infiltrazioni, attende l’ultimazione del nuovo palazzo di giustizia, i cui lavori, iniziati nel 2005, dopo un alacre avvio che aveva portato alla realizzazione di circa l’80% delle opere, sono ormai sospesi da diversi anni”.
Anche a Locri, ha proseguito, “sono in corso da tempo i lavori di realizzazione del nuovo palazzo di giustizia che hanno subito varie interruzioni, e non sta meglio il tribunale di Palmi, anch’esso ubicato in due edifici diversi, con problemi gravissimi di riscaldamento e climatizzazione”.
“Siamo tutti consapevoli – ha continuato – che permangono larghe sacche di omertà, perché la mentalità’ ndranghetista ha potuto per lunghi decenni permeare la coscienza comune. Ancora molti cittadini non sono disponibili a scendere in campo con la maglietta dello Stato”.
Gerardis ha espresso “il fermo convincimento che il brodo di coltura della criminalità organizzata si stia riducendo, e che stia invece crescendo nei confronti di essa l’insofferenza e più in generale una voglia di riscatto. È innegabile comunque – ha affermato – che ormai si sia consolidato uno stretto raccordo tra magistrati e positive espressioni della società civile, nella consapevolezza di dover far leva sulla crescita di una diffusa coscienza di legalità per superare atavici ritardi”.