Le amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese non hanno posto condizioni per la riconsegna dei beni alla Sateca, società a cui fanno capo le Terme Luigiane. Lo precisano i primi cittadini Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti.
“Le istituzioni – affermano in una nota – dovrebbero informare la cittadinanza solo attraverso atti e provvedimenti adottati nell’interesse della collettività, rendendoli noti attraverso gli organi di stampa che assolvono, meritevolmente, alla funzione informativa.Talvolta, tuttavia, è necessario chiedere l’ausilio della stampa per rettificare quanto taluno, per interesse personale o per vera e propria volontà mistificatoria, afferma il falso ed attribuisce, subdolamente, ad altri atti o fatti che in realtà non sono mai accaduti.Tra siffatti ‘mistificatori’ – affermano ancora – è doveroso, ancora, distinguere i bugiardi (per professione o per natura) dai vigliacchi: i primi mentono sapendo di mentire ma almeno ci mettono la faccia; i secondi, invece, si nascondono dietro improbabili siglette e non hanno mai il coraggio di assumere la responsabilità delle proprie affermazioni.Entrambi, s’intende, risponderanno davanti alla Magistratura delle proprie azioni per diffamazione ed alcuni di essi anche per istigazione a delinquere, soprattutto quelli che invocano, impropriamente, i principi della Costituzione a sostegno di improbabili ‘circhi mediatici’; tutti risponderanno proprio davanti a quella magistratura che brandiscono, a senso unico, atteggiandosi ad unici interpreti della legge e delle sentenze”.
A parere dei sindaci ,”nell’orgia mediatica e social-mediatica successiva all’incontro tenutosi presso il Centro congressi del Comune di Acquappesa in data 7 dicembre 2021, è stato detto che i Comuni avrebbero posto “condizioni” alla riconsegna dei beni dopo la sentenza del TAR Calabria – che ricordiamo ai più ha dichiarato inammissibili ben quattro ricorsi della Sateca S.p.A. – e ne avrebbero, dunque, rifiutato la riconsegna. Il verbale in quella sede redatto – si fa rilevare – reso pubblico dalle scriventi Amministrazioni comunali e non solo (in parte) letto ad uso e consumo di telecamera, è scritto nella lingua nazionale, comprensibile ai più ma evidentemente non a tutti”.
“Non vi sono condizioni – si evidenzia – le amministrazioni comunali hanno convocato la Sateca per la riconsegna dei beni, lo hanno scritto ad inizio verbale e lo hanno ribadito a chiusura dello stesso. Le amministrazioni comunali si sono limitate, unicamente, a precisare le condizioni d’uso del compendio e delle sorgenti alla stregua della sub-concessione esistente che il Tar Calabria ha ritenuto – fermo restando il diritto dei Comuni di proporre appello avverso tale sentenza, come sarà fatto – tuttora vigente sino alla “individuazione del nuovo sub-concessionario” ma precisando che “non potrebbe comunque che essere regolato dalle pattuizioni che avevano regolato il rapporto di sub-concessione tra le parti”. Così la sentenza. E non v’è dubbio – continuano i sindaci – (sfidiamo, sul punto, i raffinati interpreti del diritto, sia pubblici che anonimi) che la sub-concessione regola lo svolgimento delle attività unicamente nel compendio”.
Per i due primi cittadini “non v’è incertezza, ancora, chelo stabilimento “S. Francesco”, all’interno del compendio, risultasse vuoto ed inutilizzato al momento dell’apprensione: alle farneticazioni altrui – affermano – rispondiamo con le riprese audio-video effettuate quel giorno anche, peraltro, dal personale della Questura di Cosenza”. I sindaci, ancora, precisano che”i beni del compendio e delle sorgenti termali erano e sono (salvo gli interventi, tutti documentati, eseguiti nel frattempo dalle Amministrazioni comunali) in grave stato di abbandono ed in assenza di manutenzione che, per sub-concessione, gravava e grava su Sateca;che i lavori e gli interventi eseguiti dai Comuni avrebbero dovuto essere effettuati, negli anni, da Sateca, sempre in ossequio alla sub-concessione e che, quindi, come per ogni fattispecie di questo tipo, devono essere risarciti da chi non li ha eseguiti (Sateca) a chi li ha eseguiti in suo danno (i Comuni), tanto al pari di tutte le altre spese richieste. I cittadini ben comprendono che queste non sono ‘condizioni’ bensì precisazioni – peraltro già annunciate alla società a mezzo diffida inviata nei giorni antecedenti ma taciuta dalla stessa – perché, ove fossero state tali, nel verbale avrebbero scritto “si riconsegna a condizione che…””.
“Nulla di tutto questo – si precisa – se non la volontà, ripetuta e manifestata, di riconsegnare i beni in data 7 dicembre 2021 e, immediatamente, ribadita con convocazione per il giorno 17 dicembre 2021 sempre per la riconsegna.La società, del resto, se avesse voluto – anche a tutela dei “250 lavoratori” (i quali, però, sono sempre, poco meno di 20 a ogni ‘incontro’) – avrebbe potuto riprendere i beni e contestare, nelle dovute sedi, le richieste dei Comuni ma nel frattempo riprendere le attività.Avrebbe potuto, appunto, ma non lo ha fatto perché, in verità, – scrivono sempre i sindaci – non ha alcuna voglia di rispettare la sub-concessione e pretende, esclusivamente, di esercitare l’attività al di fuori del compendio nel proprio stabilimento che con l’interesse pubblico termale non ha nulla a che fare.Le Amministrazioni comunali, che perseguono l’interesse della collettività e non quello dei sindaci – continua la nota – hanno sempre rispettato la legge e non intendono sottrarsi all’esecuzione di una sentenza (fermo restando il diritto di impugnazione) tanto da aver convocato la società per la riconsegna dei beni; le stesse, tuttavia, non intendono più tollerare l’esercizio di attività al di fuori del compendio ed in violazione della sub-concessione (ad effetti precari sino all’individuazione del nuovo sub-concessionario) perché la legge devono rispettarla tutti: Comuni, società e lavoratori”.Per le stesse ragioni, si annuncia, “le amministrazioni comunali ed i loro legali agiranno, in ogni sede, per l’accertamento e la punizione dei responsabili di tutte le fattispecie delittuose consumatesi in questa vicenda, da ultimo nella giornata di ieri”.